La storia si accelera

Εκτύπωση
50 anni dopo la morte di Stalin, 15 anni dopo la perestroika, 11 anni dopo la scomparsa dell'Urss, dove va la Russia ? - Cercle Léon Trotsky
25 aprile 2003

Eppure una pagina della storia dell'Urss stava per chiudersi, ed era l'ultima. La natura compiva la sua opera e faceva sparire, gli uni dopo gli altri, tutti i membri della generazione di alti burocrati che avevano diretto il paese dopo Krusciov . La scomparsa di Breznev, seguita rapidamente da quella dei suoi successori Andropov e Cernenko, aprì una crisi che fu visibile solo dopo l'arrivo di Gorbaciov ai comandi, nel marzo 1985.

Forse con la volontà di riformare un sistema che sembrava esaurito, forse soltanto per consolidare il suo potere, e probabilmente per queste due ragioni, Gorbaciov decise di portare a conoscenza del pubblico il dibattito sulla ristrutturazione, la perestroika in russo. Per scavalcare l'apparato del partito e dell'amministrazione, fece quello che i vertici della burocrazia si erano rifiutato di fare, a parte qualche tentativo di Krusciov : si rivolse alla popolazione per farla testimone, o addirittura arbitro.

Questa Glasnost, la trasparenza, un altro slogan dell'epoca di Gorbaciov, innescò una dinamica tale che Gorbaciov, scavalcato dalle esigenze della burocrazia e dalla sua volontà di sbarazzarsi di ogni controllo centrale, dovette lasciare il posto a Boris Eltsin, che stava per incarnare la trasformazione sociale dell'ex Urss. Infatti questa non c'era più poiché scoppiò nel dicembre 1991.

Gorbaciov si mantenne sei anni. L'epoca dei suoi successori dura da quasi dodici anni.

Almeno fin dall'arrivo di Eltsin al potere, la politica affermata dai dirigenti della burocrazia fu di ristabilire il capitalismo. Qual'era in questo programma, all'inizio, la parte di demagogia rivolta ai privilegiati che si precipitavano sulla proprietà statale e ai quali piaceva sicuramente l'idea di trasformare in proprietà privata questi loro beni recentemente e male acquisiti ? Qual'era la parte destinata all'Occidente in modo che aprisse grande il rubinetto dei crediti ? Qual'era infine la parte della volontà politica dei vertici dirigenti della burocrazia ?

Trasformare in proprietà privata la proprietà statale di cui aveva solo l'usufruito, era un vecchio sogno della burocrazia. Ma passare da questa aspirazione alla sua concretizzazione implicava uno sconvolgimento economico e sociale, la liquidazione di ciò che rimaneva dell'opera della rivoluzione operaia del 1917, cioè una vera controrivoluzione sociale. Dodici anni dopo che la direzione politica della burocrazia abbia proclamato la sua volontà di andare in questa direzione, a che punto è questa controrivoluzione sociale ?