Verso la dittatura personale.

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L'Iraq obiettivo e vittima delle grandi manovre dell'imperialismo - Cercle Léon Trotsky
8 novembre 2002

Fu nel corso di questo periodo che Saddam Hussein si impose come capofila incontestato del regime e che la dittatura assunse la sua forma attuale. Il processo durò sei anni e cominciò con l'eliminazione nel 1973 del capo dei servizi di sicurezza Nazim Nazzar, un uomo del clan di Saddam Hussein che era diventato troppo ambizioso. Saddam Hussein lo sostituì con il suo fratello minore, e soprattutto approfittò dell'occasione per rafforzare ancora di più i poteri già dittatoriali del Consiglio di Comando Rivoluzionario.

Già imperava nel paese il culto della personalità. All'inizio i ritratti di Saddam Hussein erano a fianco di quelli del presidente Al-Bakr, ben più conosciuto dalla popolazione. Poi quelli di Al-Bakr furono sempre più rari sui muri, e si cominciò a far recitare ai bambini delle scuole poemi che esaltavano Saddam Hussein.

Nel 1976, Saddam Hussein, che non era mai stato militare, si fece attribuire il grado di generale, il ché gli consentiva ormai di parlare anche in nome dell'esercito. L'anno successivo fece nominare un cognato alla testa dell'esercito e un cugino alla direzione generale della polizia politica, in tal modo che tutti gli apparati di repressione del regime si ritrovassero sotto il controllo diretto dei suoi parenti e del suo entourage.

Nel luglio 1979, toccò al presidente Al-Bakr di essere allontanato. Questa volta ci fu una messinscena particolarmente curata. Il presidente stesso venne spiegare ai mass media che il suo stato di salute lo costringeva a nominare Saddam Hussein per sostituirlo come suprema autorità. Così questo diventava il numero uno del regime ma, temendo probabilmente una crisi di successione, decise di non affidare nulla al caso. Due settimane dopo, 22 alti dirigenti del regime venivano giustiziati, tra cui un quarto dei membri del consiglio di comando rivoluzionario, accusati di avere partecipato ad uno strano complotto orchestrato dalla Siria. Peraltro non doveva essere l'ultima purga di questo tipo. Ma comunque, Saddam Hussein si ritrovava solo alla testa del regime.