Dall'occupazione al controllo inglese

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L'Iraq obiettivo e vittima delle grandi manovre dell'imperialismo - Cercle Léon Trotsky
8 novembre 2002

Nel frattempo, all'indomani della prima guerra mondiale, tutto il Medio Oriente fu precipitato in un'ondata di agitazioni nazionalistiche.

Il movimento cominciò in Egitto nel 1919 con scioperi e manifestazioni per l'indipendenza. Poi si estese alla Siria per culminare l'anno successivo simultaneamente in Siria e Iraq esprimendo l'aspirazione dei popoli a farla finita una volta per tutte col controllo delle grandi potenze.

In Iraq, l'occupazione britannica alimentava il movimento. Una violenta opposizione si esprimeva contro l'amministrazione britannica, i cui rappresentanti erano puri prodotti dell'amministrazione coloniale indiana, con il loro disprezzo di natura razzista. Ma Bagdad non era Calcutta. Come in tutte le grandi città arabe c'erano una ricca borghesia finanziaria e mercantile e una piccola borghesia relativamente numerosa, che sotto il dominio ottomano non erano state abituate ad essere trattate in questo modo. La popolazione era decisa a farla finita con ogni forma di occupazione straniera. Quando fu cosciente che la promessa di uno Stato arabo indipendente era stata solo un inganno, e che l'occupazione britannica stava per continuare, violente sommosse scoppiarono in tutto l'Iraq. Ci vollero più di tre mesi perché l'esercito britannico riuscisse a sedare questa rivolta, senza parlare delle spedizioni punitive che continuarono fino alla metà dell'anno 1921.

Per Londra il costo finanziario e politico di questa rivolta era troppo alto. Era difficile giustificare presso l'opinione inglese la morte di parecchie centinaia di soldati britannici in questi combattimenti, più di due anni dopo la fine della guerra mondiale. Con un cinismo assoluto, il direttore dell'amministrazione coloniale indiana arrivò allora a questa conclusione : "ciò che dobbiamo sistemare è un'amministrazione basata su istituzioni arabe, alla quale possiamo lasciar fare il lavoro, pur essendo sicuri di poter manovrarla: un sistema che non ci costi troppo caro e che il partito laburista possa accettare senza tradire i suoi principi, ma che al tempo stesso garantisca i nostri interessi economici e politici."

Ma in Iraq l'imperialismo inglese non aveva, come in molte delle sue colonie più vecchie, un personale politico indigeno educato dall'apparato coloniale. In mancanza di questo, Londra si rivolse ad uno dei suoi alleati del tempo di guerra, Faysal, uno dei figli di questo emiro Hussein al quale Londra aveva promesso una volta un "grande regno arabo". Questo Faysal, che era appena stato cacciato dalla Siria dalle truppe francesi dopo avere tentato di proclamarvi uno Stato indipendente, fu accolto a Bagdad e nell'agosto 1921 fu proclamato sovrano dell'Iraq. Non era la prima volta che gli inglesi facevano questo tipo di manovra, poiché alcuni mesi prima avevano creato il regno di Trasgiordania per sistemarci un fratello di Faysal, Abdallah, inaugurando così la dinastia che ancora oggi sta regnando in Giordania.

L'anno successivo, nel 1922, un trattato anglo-iracheno sancì il contenuto del mandato della Gran Bretagna in Iraq. La protezione degli interessi britannici in Iraq doveva essere assicurata dalle squadriglie della R.A..F e da truppe britanniche stazionanti in permanenza, ed anche da milizie suppletive reclutate nella minoranza assira, il che doveva in seguito fare subire a questa minoranza i pogrom. La Gran Bretagna si impegnava a creare un esercito iracheno ma se ne riservava il comando. Infine l'Iraq doveva impegnarsi a finanziare il mantenimento dei britannici e delle loro basi, e anche i grandi lavori la cui esecuzione doveva essere attribuita ad imprese britanniche. Per di più lo Stato iracheno sopportava la carica del rimborso di una parte dei debiti dell'impero ottomano alle banche franco-inglesi!

Rimanevano da definire le frontiere precise del nuovo Stato. Questo fu fatto un bel giorno del 1922 in cui, in poche ore, i confini dell'Iraq furono tracciati con il righello su una carta, senza nessun riguardo né per i territori tradizionali dei clan nomadi dell'Iraq, né per la geografia.

Al tempo stesso gli inglesi ottenevano dal re d'Arabia Ibn Saud il riconoscimento del protettorato inglese negli "Emirati arabi". Per di più il territorio del protettorato inglese del Kuwait veniva aumentato al punto di lasciare all'Iraq solo una quarantina di chilometri di una costa instabile come unico accesso al golfo Persico. L'unico porto d'alto mare iracheno veniva sistemato a Bassora, a 150 chilometri all'interno delle terre, alla fine del Shott Al Arab, uno stretto canale sempre minacciato di ostruzione dalle alluvioni dei fiumi che vi confluivano, e che comunque l'Iraq doveva dividersi con la Persia, il che sarebbe stato in seguito fonte di molti conflitti tra i due paesi.