Prive dei legami e del sostegno del piano, anche le imprese sono sprofondate in questa economia di sopravvivenza. Hanno semplicemente tentato di sopravvivere con la corruzione e una forte dose di arte di "arrangiarsi", come già ai tempi dell'Urss. Le fabbriche che avevano perso i loro fornitori ne hanno cercato altri. Altre hanno modificato la loro produzione. Se lo Stato non ordinava più materiale ferroviario, il combinato colpito cominciava a produrre carrozzine per bambini o utensili di cucina.
Cercare di mantenere un'attività era una reazione logica da parte di quelli che dirigevano queste imprese per provare a conservare il loro feudo. Si adattavano alle condizioni che la scomparsa dell'Urss comportava per loro.
Alcuni hanno piuttosto facilmente trovato dei mercati, nelle regioni di confine aperte a tutti i traffici e soprattutto a Mosca, che beneficia della maggior parte dei flussi finanziari e di una popolazione che ha un certo potere d'acquisto. Ma non c'è niente di tale nel resto del paese, soprattutto in queste città fabbriche costruite intorno ad un combinato industriale gigante.