Dicembre 2005
Mozione votata dal 97% dei delegati presenti al congresso.
Noi riaffermeremo che i partiti socialista e comunista, insieme o separatamente, da molto tempo hanno cessato di difendere gli interessi vitali del mondo del lavoro vale a dire operai, impiegati, insegnanti, ferrovieri, lavoratori della Posta, degli ospedali e di tutti i servizi pubblici.
Il PCF e il PS, malgrado o a causa della loro influenza, sono riformisti che fanno, dal punto di vista sociale e politico, l'elogio dei "piccoli passi". arrivano fino al punto di affermare che, quando si governa, bisogna accettare di sporcarsi le mani. Ma oggigiorno il padronato e in particolare il grande, non accetta nessuna concessione, servendosi della minaccia della disoccupazione.
Noi non diciamo che ci sia un'identità assoluta tra la sinistra e la destra, anche se tutti sono partiti borghesi nel senso sociale del termine. A volte, in certi campi, hanno politiche, oppure discorsi un po' differenti. Si somigliano come la mano sinistra e la mano destra, ma non sono identici.
Quando sono stati al potere, i partiti di sinistra hanno preso delle misure certamente liberali nel senso sociale o "societale" del termine, come alcuni dicono, o altre misure ma che non cambiano niente alla situazione dei salariati e non intaccano gli interessi del padronato. Le 35 ore, che potevano essere una misura favorevole ai salariati, sono state accompagnate da molti vantaggi per il padronato, come per esempio la flessibilità degli orari, la riduzione dei tempi di pausa pagati sulle catene di montaggio, gli sgravi degli oneri sui bassi salari. Questo da un lato ha contribuito al disavanzo della previdenza sociale e, dall'altro, ha spinto i salari verso il basso. Tutte queste cose hanno fatto sì che, per molti lavoratori, il bilancio del governo PS, PC, Verdi, non era favorevole. Tanto più che alcuni, visto le pressioni, padronali o altre, -gli ospedalieri per esempio- hanno fatto straordinari e non hanno potuto prendere le ore di riposo a cui avevano diritto in compenso. Quelli delle piccole imprese non hanno potuto, per così dire, beneficiare delle trentacinque ore.
Tutto questo la sinistra l'ha pagato con la sua disfatta nel 2002. Colmo del cinismo, invece di analizzare le ragioni della sua disfatta e i suoi errori al potere, ha scelto tra i due turni una vergognosa capitolazione davanti a Chirac facendolo plebiscitare col pretesto di evitare un pericolo inesistente, poiché Le Pen non poteva essere eletto. Di colpo abbiamo Sarkozy che è pressoché uguale a Le Pen e che forse si avrà ben presto come presidente. Si può sempre fare peggio, ma non è affatto sicuro che Le Pen avrebbe avuto i mezzi per fare peggio della coppia Chirac-Sarkozy.
La differenza tra l'estrema destra ed il fascismo dipende dagli uomini ma anche dalle circostanze e dalle scelte del grande padronato di fronte ad una grave crisi sociale.
Il PC e il PS non sono più, da molto tempo, contro il capitalismo e non denunciano neanche le sue tare. Al contrario, le coprono. Fondamentalmente si vogliono, allo stesso titolo della destra, al potere o no, dei buoni garanti di questa società inumana quale la società capitalistica dominata dal profitto, dal mercato e dalla rapacità.
Di conseguenza, sul piano sociale, nonostante non abbiamo né i mezzi né la forza di suscitare una reazione generale dei lavoratori per difendersi, affermiamo ciononostante che è questo che bisognerebbe fare, anziché fare scioperi isolati e quasi corporativi senza domani e senza altro effetto che quello di contribuire a scavare un fossato tra i lavoratori, che così sembrano avere interessi diversi.
Legato a questo, uno dei nostri obiettivi destinato ad unificare le rivendicazioni e le lotte è anche di continuare a popolarizzare il piano rivendicativo che abbiamo già sviluppato da diversi anni sotto il nome di "piano d'urgenza" per il mondo del lavoro :
-divieto dei licenziamenti nelle imprese che fanno profitti, e mantenimento dell'occupazione prendendo su tali profitti ;
-possibilità per i salariati, i consumatori, la popolazione, di accedere a tutta la contabilità delle grandi imprese. Bisogna fare piena luce sui circuiti del denaro, vedere da dove viene, da dove passa, dove va' e a chi giova. Non vogliamo questo tipo di bilanci che una volta all'anno si comunicano ai sindacalisti dei comitati d'impresa. Bisogna rendere pubblica mensilmente, o anche quotidianamente, tutta la contabilità delle grandi imprese per sapere tutto quanto prendono alla collettività e tutto quello che preparano ;
-Aumentare il salario minimo di almeno 300 euro e vietare il part-time obbligatorio ed il lavoro precario, perché ci sono troppi lavoratori poveri ;
-Imporre la costruzione tramite lo Stato, e non i comuni, di case popolari vivibili all'interno dei grandi agglomerati urbani requisendo i terreni necessari ; se ne sono ben trovati dall'oggi all'indomani quando si trattava di preparare le Olimpiadi del 2012 a Parigi ;
-modificare la scolarità affinché, in tutti quartieri, soprattutto i più sfavoriti, tutti i bambini, e in particolare quelli provenienti dall'immigrazione che non parlano bene il francese, trovino innanzitutto classi materne in numero sufficiente per non essere sovraccariche ed insegnanti abbastanza numerosi per essere disponibili, che posano fare quanto i genitori non possono. Bisogna fare la stessa cosa all'inizio dell'insegnamento elementare.
Sul piano politico continueremo ad operare per tentare di costruire un vero partito comunista che difenda gli interessi politici del mondo del lavoro.
Non facciamo un appello, come alcuni l'hanno creduto, ad unificare la moltitudine di gruppetti estremisti, esistenti o meno. Noi ci daremo ad un paziente lavoro davanti al quale gli altri indietreggiano ma che può, lo speriamo, conoscere accelerazioni. Un lavoro di reclutamento, in particolare nell'ambiente operaio ma senza per questo trascurare gli intellettuali. Continueremo anche un lavoro di formazione culturale e politica, non solo per i nostri militanti ma nei confronti di tutti quelli che simpatizzano con le nostre idee. I nostri sforzi di reclutamento individuale saranno orientati in direzione dei giovani, lavoratori o intellettuali.
Continueremo ed aumenteremo lo sforzo attuato con la nostra stampa d'impresa che si rivolge ai lavoratori di base sia sul terreno politico che sociale, partendo da quello che riguarda la loro propria impresa. Quelli dei nostri gruppi d'impresa che hanno tale attività, circa 300, si rivolgono così politicamente ai loro compagni di lavoro. Di più, evidentemente, i nostri compagni salariati militano tutti nel sindacato ed esercitano il più spesso delle responsabilità di eletti.
Certo, sono anche gli artefici del nostro reclutamento tra i lavoratori : operai, impiegati, personale della sanità, dei trasporti, dei servizi pubblici, che siano tecnici o insegnanti.
E' tutto questo che vogliamo proseguire e rafforzare nel 2006.