Tra lo Stato centrale e i clan, chi detta legge... E quale legge ?

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50 anni dopo la morte di Stalin, 15 anni dopo la perestroika, 11 anni dopo la scomparsa dell'Urss, dove va la Russia ? - Cercle Léon Trotsky
25 aprile 2003

Putin ha dichiarato che aveva "liquidati in quanto classe" questi affaristi, riprendendo ciò che Stalin diceva dei contadini ricchi, i kulaki, negli anni trenta. La collettivizzazione staliniana della terra aveva certo espropriato i kulaki, ma soprattutto aveva violentato tutti i contadini, il che indebolì in modo duraturo l'agricoltura sovietica. Putin, lui, ha giusto scalfito qualche capro espiatorio, senza prendersela con quelli che restano nell'ombra.

Putin può obbligare Gussinsky e Berezovsky ad abbandonare il paese. Ma non può toccare gli apparati che li hanno patrocinati : quello del Kgb, sul quale si appoggia per cercare di stabilire il suo potere ; quello di Eltsin, a chi deve il potere, o quello di un sindaco di Mosca abbastanza forte per imporre una spartizione al cinquanta per cento dei benefici alle imprese che vogliono impiantarsi nella capitale !

Putin dice di voler ristabilire l'autorità dello Stato centrale. Ma le leggi che edita non sono tanto più rispettate di quelle dei suoi predecessori . Il clan al potere può disciplinare i deputati e i mass-media, ridurre le magre protezioni legali di cui dispongono i lavoratori, schiacciare i ceceni, non ha il potere di disciplinare la folla dei clan che si sono appropriati lo Stato e i grandi settori dell'economia. Per il momento non riesce neanche a far pagare le tasse ai ricchi.