Le banche russe e quelle occidentali

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50 anni dopo la morte di Stalin, 15 anni dopo la perestroika, 11 anni dopo la scomparsa dell'Urss, dove va la Russia ? - Cercle Léon Trotsky
25 aprile 2003

Si potrebbe dire altrettanto della pletora di banche sorte in questo paese dalla fine dell'Urss.

Presentando il suo rapporto 2002, i rappresentanti della Banca mondiale in Russia , constatano che : "non ci sarà crescita economica in Russia senza investimenti massicci". E aggiungono che gli occidentali "restano nei blocchi di partenza praticamente dalla dissoluzione dell'Urss, in assenza di un quadro generale che gli accordi le garanzie sovrane" (dello Stato) mentre le banche russe "non fanno il loro mestiere poiché i loro crediti non rappresentano che dal 3 al 5% del PIL" e che queste "sono il cuore di un sistema di corruzione" dove si proteggono interessi molto potenti .

Effettivamente, le banche private russe non giocano alcun ruolo nel finanziamento di un embrione di mercato e di sviluppo di un'economia capitalistica. Nell'Europa dell'ovest e nell'America del Nord del XIX° secolo, una moltitudine di piccole e piccolissime banche avevano giocato in questo campo un ruolo primordiale. Avevano rastrellato il risparmio pubblico mettendolo a disposizione dei capitalisti affinché questi sviluppino l'industria. L'attività delle banche russe è tutt'altra, se non l'esatto opposto. Create dai clan della burocrazia, le servivano a proteggere all'estero quanto prelevano sull'economia. Se consideriamo il cumulo su un decennio, il montante è fenomenale: corrisponde a diversi anni del bilancio della Russia e almeno al doppio del suo debito internazionale , che è esploso nel frattempo.