La disgregazione dell'impero ottomano

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L'Iraq obiettivo e vittima delle grandi manovre dell'imperialismo - Cercle Léon Trotsky
8 novembre 2002

Ma con la guerra mondiale questi mercanteggiamenti furono rapidamente superati. Neutro all'inizio, l'impero ottomano finì per schierarsi a fianco della Germania. Esattamente tre giorni dopo la sua entrata in guerra, un corpo di spedizione britannico venuto dall'India sbarcò a Kuwait per cercare di occupare più terreno possibile in direzione di Bagdad e Mosul. Il compito risultò più difficile del previsto. Gli inglesi dovettero impiegare un secondo contingente di truppe per arrivare a Bagdad nel 1917, poi occupare Mosul nel 1918, dopo l'armistizio con le truppe ottomani.

Nel frattempo, per paralizzare le truppe ottomane nell'ovest del Medio Oriente e tra l'altro per proteggere l'Egitto, i servizi segreti britannici montavano l'operazione che più tardi sarebbe stata identificata con l'immagine da avventuriero romantico del famoso Lawrence d'Arabia, nell'intento di provocare una rivolta araba contro gli ottomani. L'operazione faceva forza su Hussein, un emiro che già regnava sullo Hedjaz, cioè la regione che circonda la Mecca nell'odierna Arabia Saudita. In cambio la Gran Bretagna, d'accordo con la Francia, promise a Hussein la costituzione dopo la vittoria di un grande Stato arabo indipendente.

Ma al tempo stesso i diplomati francesi ed inglesi s'impegnavano febbrilmente a preparare il dopoguerra, cioè una nuova divisione del Medio Oriente, questa volta senza la Germania. L'accordo al quale giunsero nel 1916, il cosiddetto piano Sykes-Picot, dal nome dei suoi firmatari, non fu reso pubblico tanto il suo contenuto era vergognoso. Ma fu pubblicato poco dopo dai bolscevichi che ne avevano trovato una copia dopo la rivoluzione dell'ottobre 1917.

Questo piano divideva il Medio Oriente in quattro zone. La Francia si attribuiva una zona d'occupazione che copriva il Libano ed una parte del Sud-Est dell'attuale Turchia, ed una zona di influenza che comprendeva la Siria ed il nord dell'attuale Iraq. La Gran Bretagna riceveva una zona d'occupazione che comprendeva la regione fertile irachena tra Bagdad e Bassora, ed una zona d'influenza che includeva il resto dell'Iraq e l'odierna Giordania. Si doveva stabilire un protettorato comune su un territorio equivalente ad Israele e ai territori occupati. Non si parlava più da nessuna parte dello Stato arabo indipendente promesso all'emiro Hussein.

Infine, al termine della guerra, la Francia ottenne un mandato della Società delle Nazioni, l'antenato dell'ONU, che comprendeva Siria e Libano, mentre la Gran Bretagna otteneva un mandato su un territorio corrispondente a quello occupato oggi da Iraq, Giordania, Israele, Territori occupati ed Egitto. La formula del "mandato" era coniata solo per nascondere uno statuto coloniale. Così la sedicente "comunità internazionale" faceva già da copertura alle mire dell'imperialismo; il ché dimostra che Bush padre e figlio davvero non hanno inventato niente!

D'altra parte, come compenso per la perdita della regione di Mosul, che il piano Sykes-Picot aveva previsto di attribuirle, la Francia si impadronì della parte tedesca della compagnia petrolifera che sfruttava il petrolio di Mosul, ossia il 25% del capitale. Da questo 25% sarebbe nata alcuni anni dopo la CFP, la Compagnia Francese dei Petroli, l'antenato di Total, poi di TotalFinaElf.

In questa spartizione il terzo e principale interlocutore nel campo alleato, gli Stati-Uniti, era lasciato da parte. Ma durante i 20 anni successivi il capitale americano sarebbe penetrato sempre di più nella regione, anche prima della seconda guerra mondiale che avrebbe ridotto definitivamente il ruolo degli imperialismi europei.

La principale vittima di questa spartizione era il mondo arabo. I legami storici che lo unificavano ed erano sopravvissuti al dominio ottomano subito in comune, avrebbero potuto costituire una base per un'entità araba indipendente. Anche se costituita su base borghese, tale entità sarebbe stata un progresso. Tra l'altro, sarebbe stata in posizione migliore per opporsi al saccheggio da parte delle potenze imperialiste. Perciò, al di là delle rivalità tra i vari protagonisti, l'interesse complessivo dell'imperialismo stava in questa balcanizzazione della regione per meglio indebolirla.