La spagna prima del '36

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Spagna 1931-1937 - La politica del Fronte Popolare contro la rivoluzione operaia - Cercle Léon Trotsky
3 maggio 1996

La Spagna del 1930 era una monarchia di circa 24 milioni di abitanti, povera e sottosviluppata che conservava numerosi tratti feudali. La grande proprietà terriera dominava ancora il paese, in particolare al sud, in Andalusia ed in Estremadura. Sull'insieme del paese, due per cento dei proprietari possedevano quasi i due terzi delle terre. A fianco di immense proprietà, di cui una parte spesso era incolta (30% delle terre agricole) c'erano minuscoli fondi che non permettevano ai loro proprietari di vivere. E poi c'erano tutti quelli, mezzadri o operai agricoli, che non possedevano la terra che lavoravano. La miseria era terribile. "Lo Spagnolo va a letto senza cena", si diceva. Milioni di persone aspiravano alla spartizione delle grandi proprietà.

La borghesia industriale spagnola si era certo sviluppata all'inizio del secolo, in particolare grazie alla sua neutralità durante la prima guerra mondiale. Ma una volta la guerra finita, perse rapidamente i suoi mercati esteri. Una buona parte dell'industria spagnola era d'altronde nelle mani di capitali esteri, innanzitutto inglesi e poi francesi.

Essendosi sviluppata troppo tardi, dipendendo dal capitale estero, legata all'aristocrazia terriera, questa borghesia era incapace di trasformare il paese, di sbarazzarlo dalle strutture legate alla nobiltà che ne ostacolavano lo sviluppo. Essa si accomodava bene della monarchia, in quel caso di Alfonso XIII° arrivato al trono nel 1902.

In questa società arcaica, la Chiesa e l'esercito esercitavano un peso considerabile.

Nel paese dell'inquisizione per eccellenza, la Chiesa cattolica è sempre stata uno dei principali appoggi della monarchia e lo Stato spendeva milioni per sovvenzionarla. Nel 1930, il paese contava 5000 conventi, 80000 monaci e suore e 35000 preti.

La Chiesa era il primo proprietario terriero del paese e anche la prima potenza capitalista. Nel 1912, l'ordine dei gesuiti controllava il terzo dei capitali spagnoli. Un detto popolare riassumeva così la potenza finanziaria della Chiesa : "Il denaro è un buon cattolico".

Dopo l'aspersorio, la sciabola. L'esercito spagnolo contava più ufficiali di ogni altro esercito d'Europa : uno ogni sei uomini. Ciò mostra il carattere parassitario della casta militare, che lungo tutto l'arco del XIX° secolo aveva moltiplicato i colpi di stato.

Nel 1930, l'esercito era profondamente marcato dalla guerra coloniale che la Spagna aveva condotto per conquistare il Marocco dal 1912 al 1926.