Accordo... accordi...

Εκτύπωση
Testi del 33 congresso di Lutte Ouvrière (da "Lutte de classe" n 77)
dicembre 2003

L'obiettivo di questo testo, i cui autori sono a favore dell'accordo LO-LCR sulla base del protocollo e delle dichiarazioni d'intenti alle quali siamo arrivati oggi, non è confutare le opposizioni o le reticenze esposte nei due testi intitolati "nessun accordo" o "sull'accordo LO-LCR".

Però ci pare che una semplice riga della mozione presentata dagli autori del primo di questi due testi riassuma le apprensioni, le idee preconcette e i vuoti di memoria degli avversari dell'accordo.

"Tenuto conto della politica della LCR dal 1999, del suo atteggiamento al secondo turno dell'elezione presidenziale, un accordo politico per le elezioni del 2004 sarebbe parziale e si disfarebbe all'indomani stesso di queste elezioni, la campagna comune si limiterebbe alla dichiarazione d'intenti e non abbiamo nessuna garanzia che il quadro da noi fissato sia rispettato."

"La politica della LCR dal 1999" ? Senz'altro, fu qualche volta all'opposto della nostra. E LO aveva tutte le ragioni di smarcarsene e di criticarla (avrebbe anche potuto e dovuto farlo più esplicitamente e più spesso). Ma... e quella di LO, almeno rispetto alla LCR ? C'è bisogno di ricordare che fu LO ad intendere "disfare (l'accordo concluso alle europee) all'indomani stesso delle elezioni". La maggior parte di noi non può non ricordarsi di ciò che era detto sulla LCR dal palco dei congressi 1999, 2000 e 2001 per giustificare l'impossibilità di qualunque azione comune, compreso alle elezioni. (A questo proposito, cosa è avvenuto della richiesta della frazione di pubblicare questi interventi, in modo che tutti i compagni possano giudicare l'infondatezza della mozione presentata contro di essa in extremis al congresso dell'anno scorso ? Mentre si lamenta il fatto che "gli interventi vengono al congresso solo dopo le assemblee, il che non permette una discussione larga, cioè approfondita", non è forse un peccato avere lasciato questa occasione di discussione... nel dimenticatoio da undici mesi ?).

"Un accordo politico per le elezioni del 2004 sarebbe parziale" ? Certamente. Con un accordo politico totale sarebbe di fusione che si tratterebbe, ciò di cui nessuno parla. Ogni accordo con un altro gruppo o partito non può che essere limitato o ristretto, e quindi parziale. Allo stesso modo, ovviamente, non c'è mai una "garanzia che il quadro da noi fissato sia rispettato", comunque nessuna garanzia assoluta. Solo dopo si può averne, o no, la verifica.

La cosa evidente in questi argomenti è che portano solo su questioni di forma (fiducia, non fiducia, garanzie, niente garanzie, la LCR ha fatto questo, la LCR non ha fatto quello...), non sul merito politico dell'accordo.

Ora è innanzitutto su questo che dobbiamo giudicare e decidere. Le condizioni decise per una campagna comune sono corrette o meno ? La dichiarazione di intenti (che tutto sommato determina il contenuto della campagna e il programma sul quale ci presentiamo) è giusta ?

Nessuno può dire che LO avrebbe accettato una sola condizione che sarebbe contraria ai nostri principi. Comunque gli stessi avversari dell'accordo non lo dicono. E non si può neanche dire che LO avrebbe accettato una sola riga che sarebbe politicamente sbagliata. Certamente non c'è tutto. Ma comunque non ci sarebbe neanche stato tutto in una dichiarazione d'intenti scritta dalla sola LO. E cosa manca che sarebbe stato indispensabile metterci ? I compagni che sono contro l'accordo non dicono neanche questo. Sicuramente perché sanno benissimo, come noi tutti, che in questa materia l'indispensabile è molto relativo e che questa dichiarazione di intenti, centrata sui problemi della classe operaia e dei suoi ceti più sfruttati e diseredati, contiene infatti ciò che oggi è indispensabile.

La realtà è che questo accordo è una vittoria politica per LO, conclusa sul suo terreno (il che non vuol dire al di fuori del terreno, o meglio dei terreni della LCR, poiché si sa che questa gioca su parecchi terreni, compresi alcuni terreni sui quali non si parla nemmeno di andare). Tra l'altro, viene analizzato così da tutti, amici e nemici. Bastava vedere le reazioni di tutto il mondo politico dopo il congresso della LCR.

Di quali altre ragioni abbiamo bisogno per approvarlo ?

E cosa possiamo temere ? Che la LCR ne approfitti più di noi ? Ma con l'ultima presidenziale abbiamo avuto l'esempio contrario : è stato il nostro rifiuto a priori di ogni tipo di accordo (e anche solo di discuterne) ad approfittare finalmente ben di più alla LCR che a LO.

La politica di splendido isolamento (che comunque ben di rado rimane splendido a lungo, sempre che lo sia mai stato) non ci può convenire. Un gruppo rivoluzionario vuole sconvolgere il mondo a lungo termine e costruire un partito a breve. Come farlo senza coinvolgerne molti altri, militanti e gruppi ? E come farlo senza... provarci ? Cominciando, lo stesso, da quelli che sono o si dicono più vicini a noi.

Certo, non riusciremo in tutti i casi, né con tutti. Certo, si tratta di trascinarli sul nostro terreno. Sicuramente con questa politica, ci sarebbe sempre il pericolo di andare su quelli terreni degli altri che non vogliamo, di seguirli col pretesto di trascinarli. Ma non è quanto facciamo con questo accordo.

Ci fu un'epoca in cui la politica della nostra organizzazione era di proporre agli altri gruppi, e tra l'altro già alla LCR, di fare insieme tutto ciò che era possibile fare insieme, vale a dire l'azione comune ogni volta che se ne trovavano le basi politiche, senza cercare di nascondere le divergenze sulle altre questioni, senza subordinare queste azioni ad un accordo più generale, in poche parole rifiutando il tutto o niente... che ci proponevano allora gli altri, e in particolare la LCR. Difatti a questa epoca furono gli altri, in genere, a respingere le nostre proposte.

Proponiamo, nel contesto odierno, di riallacciarci a questa politica. Più precisamente infatti, di continuare al di là delle elezioni questa politica alla quale ci siamo riallacciati questa estate, prendendo l'iniziativa di proporre alla LCR di discutere delle possibilità di un accordo elettorale.

Proponiamo quindi di esaminare già ora le possibilità di azioni comuni su altri terreni che le sole elezioni ; comunque, di affermare la volontà di farlo al nostro prossimo congresso.

Non c'è bisogno di essere un chiaroveggente per indovinare i temi sui quali un intervento dei rivoluzionari sarà necessario nel prossimo periodo, tanto si moltiplicano gli attacchi del governo e dei padroni : l'occupazione, i licenziamenti oppure la difesa della previdenza sociale, per citare solo i due punti principali. Appunto, sono le questioni sulle quali ci prepariamo a fare una campagna elettorale in comune con la LCR. Allora, anche se il compito principale e immediato sarà di dedicare le nostre energie a fare la migliore campagna elettorale possibile, come potremmo non porre fin da oggi il problema dell'intervento al di fuori delle elezioni, accanto o dopo questa campagna, su questi temi ?

Non abbiamo alcuna garanzia che sia possibile con la LCR. Ma non abbiamo neanche la garanzia... che non sia possibile prima di averci provato. La prova : a giugno, che garanzia avevamo che si potesse raggiungere l'accordo per queste elezioni ? La maggior parte dei nostri compagni erano convinti, leggendo la nostra prima lettera alla LCR, che questa non poteva rispondere che con un rifiuto.

E non farlo sarebbe perdere almeno una buona parte dei benefici politici che possiamo sperare da questa campagna comune.

- In primo luogo la principale : il credito conquistato agli occhi di un certo numero di lavoratori, che possono pensare che, almeno in questa occasione, i trotskisti sono abbastanza responsabili da riunirsi quando sono d'accordo. Invece, se lo facessimo solo in occasione delle elezioni, allora prenderebbe qualche consistenza l'accusa di fare solo una manovra da politicanti per avere un risultato e degli eletti (un'accusa che ribadiscono a voglia i nostri nemici, e che ribadiranno fino a giugno perché non ne hanno tante altre).

- Ma c'è n'è anche un'altra che non è meno importante per noi : il credito conquistato o riconquistato presso un certo numero di militanti della LCR. Non tutti, certo, questo è sicuro, alcuni ci restano ostili, forse ancora più ostili di prima, a causa dell'accordo. Ma ci sono tutti quelli che sono sensibili a quello che LO dice e fa, d'accordo con una parte almeno della sua politica, quelli che possiamo sperare di conquistare completamente a questa politica un giorno, ma che sono convinti che LO non vuole niente da loro, non si aspetta niente da loro e in fondo li disprezza (sentimento forse ingiustificato ma che l'atteggiamento di LO in questi anni ha contribuito a rafforzare).

Mozione da integrare eventualmente a "la situazione interna" o al testo futuro sull'accordo

La politica offensiva decisa da LO prima delle vacanze nei confronti della LCR ha rimportato un successo. Ha dimostrato che era possibile concludere un accordo con la LCR senza compromissioni e su una base corrispondente agli interessi della classe operaia.

Questa politica va proseguita al di là delle elezioni, cioè esaminando sistematicamente le possibilità di interventi comuni con l'estrema sinistra, in primo luogo la LCR, e proponendo questo intervento comune ogni volta che risulta possibile, vale a dire ogni volta che se ne trovano le basi politiche. E' evidente che questa politica non significa in nessun modo accettare di nascondere, tacere o subordinare le nostre divergenze o le nostre critiche nei confronti di un gruppo qualunque o della sua politica.

Quello che è stato possibile sul terreno elettorale dovrebbe esserlo anche su altri, quelli della lotta di classe, più essenziali per il mondo del lavoro. In ogni caso ciò merita di essere ricercato.

Senza pregiudicare delle questioni che possono sorgere ed occupare la scena politica nel prossimo periodo, almeno due dovrebbero essere oggetto di discussioni tra LO e la LCR sulle possibilità di intervento e di campagne comune : la lotta contro i licenziamenti e la disoccupazione ; la lotta contro gli attacchi governativi e padronali contro la previdenza sociale.

Questa mozione presentata dalla minoranza è stata bocciata dal 97% dei voti. In effetti, LO come la LCR, ognuna con il proprio discorso e la propria argomentazione nelle proprie pubblicazioni, già conducono una propaganda su questi due temi. Dare un carattere comune a questa propaganda sarebbe, nel migliore dei casi, inutile. Quanto ad un'agitazione sistematica con l'obiettivo di sfociare su un'azione, questo non corrisponderebbe alla situazione attuale, che sia condotta insieme dalle due organizzazioni o separatamente.