Un tentativo fallito

Εκτύπωση
Pierre BOIS - Lo sciopero Renault aprile-maggio 1947
Maggio 1971

Nella metà di marzo del 1947, i lavoratori del reparto 5 (Tempra-Cementazione) sospendono il lavoro per reclamare un aumento di 2 franchi per ora.

Nel reparto 6, molto vicino, degli operai che fanno uscire La voix des travailleurs de chez Renault ma che non sono ufficialmente conosciuti come tali, perché basterebbe la minima "prova" legale per farli licenziare, si recano in delegazione presso gli scioperanti del reparto 5.

Il delegato di questo reparto, stalinista settario così grande come sboccato, li manda alla malora. Non soltanto non ha bisogno dell'aiuto dei ragazzi del reparto 6 ma inoltre non vuole che, unendosi al suo movimento, essi lo compromettano.

I compagni del reparto 6 non aspettavano niente altro da questo individuo, ma si pone un problema. Che fare?

Se si sciopererà, gli stalinisti della CGT urleranno che si sta sabotando il "loro" sciopero. D'altronde, è sicuro che se dobbiamo tentare qualcosa, è nostro interesse farlo nel momento stesso in cui altri sono già in lotta.

Molto rapidamente gli operai decidono di scioperare. Sono un centinaio di persone sulle 1.200 del reparto 6 e le 1.800 del settore Collas (6 e 18). Ma non è questione di fare uno sciopero in 100.

Tutti i lavoratori scioperanti si spargono allora nelle officine per chiedere agli altri operai di venire per una riunione nell'atrio del reparto affinché si decida tutti insieme se proseguire il movimento o meno.

Quasi la metà del Dipartimento, ossia 5 o 600 lavoratori, raggiungono il luogo della riunione, spegnendo i motori. Ma mentre si svolge l'Assemblea, i delegati, che erano in riunione e hanno saputo che cosa succedeva, riaccendono i motori, e cominciano la loro campagna di denigrazione, di demoralizzazione e calunnie.

"Non avrete niente con lo sciopero" dicono in sostanza. "I padroni non aspettano nient'altro per chiamare la polizia, e poi uno sciopero può durare un mese, forse di più starete per crepare di fame -. Vi lasciate trascinare da avventurieri, ex-collaboratori, ecc., ecc.".

Gli operai sono poco sensibili a tali argomenti. Ma sanno che contro loro ci sono la direzione e il governo. Se inoltre occorre battersi contro i sindacati, questo sembra al di sopra dei loro mezzi.

Il movimento rifluisce. I motori girano, gli operai lavorano di nuovo. Di fronte a tale sbriciolamento, i compagni che hanno convocato l'assemblea vi pongono termine, constatando l'insuccesso e proponendo di organizzarsi meglio per una prossima volta.