La prevedibile vittoria di Nicolas Sarkozy (da Lutte Ouvrière n° 2023 del 11 maggio 2007)

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FRANCIA: La prevedibile vittoria di Nicolas Sarkozy
11 maggio 2007

Con il 53,06% dei suffragi e 18,98 milioni di voti, Nicolas Sarkozy ha dunque passato il secondo turno delle elezioni presidenziali, superando la candidata socialista di oltre sei punti. Ségolène Royal, da parte sua, ha ottenuto il 46,94% dei suffragi e 16,79 milioni di voti. La vittoria di Sarkozy era prevedibile.

Se, al primo turno, Ségolène Royal era in vantaggio non soltanto rispetto al Jospin del 2002 - cosa non troppo difficile - ma anche rispetto al Jospin del 1995, l'insieme dei voti della sinistra era, però, molto lontana dall'insieme dei voti della destra. Ségolène Ro-yal non ha guadagnato voti alla sua destra, piuttosto è riuscita, in nome del preteso "voto utile", a canalizzare verso la sua candidatura dei voti che la volta prece-dente erano andati ai candidati collocati alla sinistra del Partito Socialista, PCF compreso.

Perché Ségolène Royal potesse superare il secondo turno, sarebbe stato necessario che, dal punto di vista dell'aritmetica elettorale, molte condizioni diverse si fossero realizzate contemporaneamente: che i voti degli elettori di Bayrou si riversassero all'80% su di lei, che facesse il pieno di voti dei candidati collocati alla sua sinistra e di quelli degli ecologisti, e che gli elettori di Le Pen seguissero in massa l'appello all'astensione lanciato dal dirigente del Fronte Nazionale. Ora, i risultati del 6 maggio mostrano

che tanto gli elettori centristi che quelli del FN si sono maggioritariamente rivolti verso Sarkozy. Durante tutta la sua campagna, Sarkozy ha moltiplicato gli appelli rivolti a questi ultimi, riprendendo a sua volta molti dei punti del programma di Le Pen, a cominciare dalla sua demagogia antiimmigrati, ma anche contro i lavoratori qualificati, che per loro sono dei "privilegiati" perché possiedono qualche garanzia di impiego, del salario o la pensione, o contro i disoccupati. Sarkozy ha puntato nel secondo turno, almeno quanto nel primo, alla difesa di questo programma orientato a sedurre gli elettori di Le Pen.

Dopo l'eliminazione di Le Pen, aveva potuto dunque attirare buona parte dei voti di questi ultimi. La campagna reazionaria di Sarkozy non ha respinto la gran parte degli elettori centristi di Francois Bayrou, che invece l'hanno preferito a Ségolène Royal. Bisogna dire che Bayrou, anche se si presentava in queste elezioni come candidato di un cambiamento, è un uomo di destra, è stato ministro sotto dei governi dell'attuale maggioranza, il suo programma sociale, come la sua base elettorale, non differiscono quasi per nulla da quelli dell'UMP. Quanto allo zoccolo duro dell'elettorato di Bayrou, questo è composto da elettori di destra. Malgrado le strizzate d'occhio della Royal in loro direzione, i suoi richiami a "l'ordine giusto" o la sua professione di fede nazionalista, ella non ha saputo convincerli abbastanza a scegliere lei e non Sarkozy. Neanche quando si è presentata come la candidata capace di garantire la pace sociale, di fronte a un Sarkozy la cui elezione avrebbe condotto a disordini sociali, li ha convinti.

Quanto all'elettorato popolare, non c'era niente nel programma della Royal che sia riuscito ad attirarlo e entusiasmarlo.

Questo non e solo un fallimento della Royal, è tutta la politica del PS ad essere in causa, a cominciare dalla sua assenza d'autocritica sugli anni di governo della "gauche plurielle".

Durante tutti gli anni successivi, il PS non ha puntato, nei confronti delle classi popolari, che sul "Tutto tranne Sarkozy". Non ha avanzato niente di positivo, nessun impegno concreto che avrebbe potuto, per esempio, restituire a chi si era allontanato dalla sinistra una ragione per votare PS. Certo, i risultati hanno mostrato che la Royal ottiene la maggioranza nei quartieri popolari delle grandi città, per esempio negli "arrondissements" dell'est o del nord di Parigi o nei dipartimenti della vecchia "cintura rossa" come la Seine-Saint-Denis (56,54% dei voti) o il Val-de-Marne.

Ma ella è tuttavia assai lontana dal riunire l'insieme dei voti che, tradizionalmente, si orientano a sinistra.

Questo avviene anche nei dipartimenti di provincia, anche se i risultati sono meno netti perché la popolazione è socialmente piu variegata.

Ma è sorprendente anche constatare che, in certe regioni operaie dove la sinistra era maggioritaria nel 1995, Sarkozy è arrivato in testa. Talvolta di poco, come nel Nord-Pas-de-Calais, dove ha ottenuto il 50,31 % dei voti, ma in Picardia, per esempio, ha sorpassato la sua media nazionale con il 54,44 % dei suffragi, ed è arrivato al 58,53% in Champagne-Ardennes.

Senza un programma concreto a difesa degli interessi dei lavoratori, Ségolène Royal non ha recuperato i voti di un elettorato popolare deluso e che talvolta, più che la demagogia d'un Le Pen, di un Sarkozy o dei socialisti, attende un cambiamento delle proprie sorti.