50 anni dopo la morte di Stalin, 15 anni dopo la perestroika, 11 anni dopo la scomparsa dell'Urss, dove va la Russia ? - Cercle Léon Trotsky
Accanto a questo, grandi ipermercati mirano ad una clientela più larga, e anche più modesta, di questo piccolo ceto di super ricchi. A Mosca o Pietroburgo, si possono comprare i prodotti delle marche più conosciute in Occidente , a condizione di avere abbastanza denaro per questo.
Così oltre ai ricchissimi, e malgrado l'esplosione della disoccupazione e la caduta della produzione da un decennio, alcuni ceti della popolazione hanno potuto mantenere, anzi migliorare, il loro tenore di vita. A Mosca e in una misura minore in provincia, formano una piccola borghesia di qualche milione di persone su 145 milioni di russi. Essa è debole e anche fragile, poiché il crollo del rublo l'aveva praticamente spazzata via durante il crac del 1998 provocato dai super ricchi e dai privilegiati del regime. Da quel momento si è sviluppata di nuovo, ma non molto rapidamente. Alcuni dei suoi membri sono anche divenuti dei borghesi, degli "imprenditori" in esercizio nell'edilizia o i trasporti, o più spesso, nel commercio e i servizi.
Esiste anche una piccola borghesia salariata, i cui ceti meglio pagati dipendono dalle attività bancarie e di import export concentrate a Mosca e in una misura minore a Pietroburgo. In queste agglomerazioni di nove e cinque milioni di abitanti, una forte minoranza lavora nella sfera dei servizi in senso largo , i settori legati alle ditte straniere, i liberi professionisti, la ristorazione, il commercio, le cliniche, le agenzie di viaggio o le agenzie immobiliari e per i ricchi grandi e piccoli.