L'Iraq obiettivo e vittima delle grandi manovre dell'imperialismo - Cercle Léon Trotsky
La forza motrice del colpo di Stato del 1963 e del massacro successivo era stato il partito Baas. Questo partito panarabista non aveva fino a quel momento avuto un gran ruolo sulla scena politica irachena, anche se le sue origini risalivano al 1944 nella Siria allora ancora sotto mandato francese. Il suo nome significa "resurrezione" in arabo.
Il baassismo utilizzava volentieri un discorso socialisteggiante, raccomandando un certo dirigismo statale ispirato allo stalinismo. Ma al tempo stesso negava l'esistenza della lotta di classe, considerata come una devianza dalla lotta nazionale, e combatteva il comunismo presentato come un'emanazione nefasta dell'Occidente.
Secondo la polizia, il Baas iracheno aveva solo 259 militanti nel 1955 e non riuscì ad approfittare in modo efficace del fermento politico che seguì al rovesciamento della monarchia nel 1958. Seppe cogliere un'opportunità quando i clan militari che avevano sostenuto il rovesciamento di Kassem gli lasciarono il primo posto all'indomani del loro colpo di Stato. Il Baas fornì al regime militare dei supporti per aiutarlo a reprimere le velleità di resistenza della popolazione. Ma, una volta attuato questo compito sanguinario, i generali ripresero ben presto il controllo della situazione.
Quattro mesi dopo il colpo di Stato il vecchio rivale di Kassem, il generale Al-Bakr, fu nominato presidente del nuovo regime. La sua prima mossa fu di sbarazzarsi del Baas.
Quindi l'esercito rimase solo al potere durante i cinque anni successivi, segnati dalle rivalità fra le fazioni militari e civili. La sconfitta del campo arabo di fronte ad Israele nella guerra di sei giorni del 1967 e la partecipazione totalmente simbolica del regime a questa guerra aumentarono il suo discredito e portarono nuove adesioni al partito Baas. Dopo quattro anni di semi-illegalità, questo riuscì a ricostituirsi una certa verginità. In modo tale che nel luglio 1968 era in posizione di candidarsi al potere.