Alla direzione della LCR
Cari compagni,
Accusiamo ricevuta della vostra lettera del 16 luglio seguente alla nostra lettera del 28 giugno.
Notiamo che non ci date il minimo parere, in mancanza di risposta, sul quadro ed i limiti che vi abbiamo sottoposto per un'eventuale accordo e che per noi è essenziale fissare prima di ogni altra discussione.
Vi ricordiamo che la nostra lettera rispondeva alla proposizione di Krivine d'incontrarci a settembre e che aveva per oggetto giustamente di scartare, prima di ogni negoziazione in senso stretto, quanto potrebbe costituire un ostacolo maggiore.
Ripetiamolo, siamo pronti a incontrarci per discutere degli assi politici e sociali di una campagna comune alle regionali ed alle europee, poiché abbiamo terreni di intesa, ma con la riserva di essere già d'accordo sui punti che vi abbiamo esposto e che vi ricordiamo :
- accetteremo solo un accordo limitato esclusivamente alle nostre due organizzazioni e non un fronte elettorale mal definito ;
-il nostro accordo per le europee dovrà essere concluso con quello delle regionali. Ogni rottura dell'accordo alle regionali comporterà automaticamente la rottura dell'accordo alle europee ;
-ci presenteremo, in tutta la Francia, in comune con le nostre due sigle ;
-tutte le nostre liste dovranno essere comuni alle nostre due organizzazioni, con un testo nazionale unico per le dichiarazioni d'intenti in tutte le regioni, tanto alle regionali che alle europee ;
-rifiuteremo ogni intesa, per il secondo turno delle elezioni regionali, con altre formazioni politiche anche se ciò implica di perdere eventuali eletti, e ogni organizzazione sarà responsabile dell'attitudine dei sui candidati ;
-rifiuteremo il nome "100% a sinistra" per le nostre liste e le nostre schede elettorali comuni ;
-non faremo l'apologia delle idee dei teorici riformisti altermondialisti ;
-non inviteremo a sostenere alle regionali chiunque sia dell'ex sinistra governativa al secondo turno, anche se la sinistra è minacciata dalla destra o se la destra è minacciata dal Fronte nazionale. Il problema è che alla presidenziale avevate detto che non avreste invitato a votare per la sinistra al secondo turno : le circostanze hanno fatto sì che avete rispettato la parola ma avete invitato a votare per Chirac ! Nel caso in cui una lista di sinistra fosse minacciata dal Fronte nazionale, l'attitudine della nostra lista tra i due turni dovrà fare l'oggetto di un accordo formale delle nostre due organizzazioni. Anche in questo caso ogni organizzazione sarà responsabile dell'attitudine dei suoi candidati. Ricordiamo che noi non ci avvieremo di nuovo in un vicolo cieco come per i negoziati delle comunali 2001 quando avemmo una discussione di diversi mesi che voi sembrate aver dimenticato e quando si è rivelato che non auspicavate realmente un accordo con noi ma un accordo a geometria variabile, secondo le città, con movimenti che siete stati incapaci di indicarci in anticipo. L'accordo con noi era soprattutto, per voi, un mezzo per convincere quanti volevate attirare e, facendo durare i negoziati, pretendere che l'accordo era in corso.
Se volete, ancora una volta, mantenere indefinitivamente più ferri al fuoco, lo farete senza di noi.
Ecco perché auspichiamo un impegno preciso su questi problemi prima di ogni negoziato conto tenuto che la data limite per un accordo completo e definitivo sarà, necessariamente, l'inizio di dicembre, dopo i nostri congressi rispettivi. Se i negoziati non saranno conclusi, ognuno riprenderà allora la sua libertà di azione.
In questo caso, ognuna delle nostre due organizzazioni otterrebbe meno voti ma, come per la presidenziale, il pubblico come i commentatori faranno il totale dei nostri voti e ciò non cambierà niente all'impatto politico di un eventuale buon risultato. La differenza è che avremo molto meno probabilità di ottenere qualche eletto ma, per noi, ciò non è l'essenziale della nostra partecipazione alle elezioni e non è certo questo che ci farà concludere un cattivo accordo.
Ecco perché pensiamo che sarebbe opportuno che voi discutiate rapidamente tra di voi delle nostre proposte poiché se volete discuterne, noi auspichiamo di farlo pubblicamente, per scritto, prima di prevedere un incontro, affinché i nostri eventuali negoziati non procedano verso un vicolo cieco.
Voi rimandate il seguito di questa discussione tra due mesi, dopo il vostro comitato centrale di settembre. Va bene, ma vi facciamo notare che veri e propri negoziati, vale a dire incontri tra di noi, non potranno cominciare che una volta d'accordo sul quadro, comune alle nostre due organizzazioni, che noi vi proponiamo. Il negoziato sugli assi politici non verrebbe che in secondo momento.
Se voi rifiutate questo quadro, elementare tra due alleati, ci sarà impossibile di presentarci in comune ed ogni negoziato politico ulteriore diventerebbe di conseguenza inutile.
Al contrario, se siamo d'accordo sul quadro di questa campagna che abbiamo proposto il 28 giugno, e che ricordiamo all'inizio di questa lettera, avremo da fare i negoziati, che prenderanno tempo, sulla ripartizione delle liste ed i capolista, sulla dichiarazione d'intenti alle regionali ed alle europee, ma non ci impegneremo in negoziati prima di aver deciso il quadro generale nel quale si inserirà il nostro accordo. Speriamo dunque di non incontrare ostacoli dopo la riunione del vostro comitato centrale di settembre, vale a dire ancora prima di aver potuto negoziare.
In questo caso rischiamo di ritrovarci in un vicolo cieco, come nel 2001 al momento dei nostri negoziati maratona per le municipali.
Ci sarebbero, in caso di accordo, abbastanza cose da negoziare: l'asse della campagna, il testo della dichiarazione d'intenti, la ripartizione dei capolista tra le nostre due organizzazioni, i manifesti, i volantini ed i meeting, la campagna materiale e le sue spese, ecc. E poi, certo, le modalità di una campagna comune.
Per quanto riguarda la campagna stessa, voi citate le nostre posizioni politiche convergenti come le lotte contro il padronato ed il governo, per le libertà, contro le politiche delle classi dominanti, per il divieto dei licenziamenti, la difesa dei servizi pubblici, delle pensioni, della previdenza sociale, alle quali aggiungeremo il controllo della contabilità delle grandi imprese e questi assi sarebbero anche i nostri.
Sarebbe dunque un peccato che voi rifiutiate quanto vi proponiamo volendo imporci eventuali alleanze. Speriamo dunque che voi accettiate le nostre proposte di accordo, nel quadro che vi abbiamo sottoposto.
Ciononostante, senza che ciò cambi nulla a quanto già detto, non possiamo lasciar passare senza commenti alcune affermazioni della vostra lettera.
Sapete da molto tempo quello che noi pensiamo della vostra attitudine al secondo turno della presidenziale e la vostra attitudine in quel momento non ci impedisce di prefigurare una campagna comune. Ma non è questa eventualità che ci farà rivedere quello che pensiamo.
Voi potete giudicare tutto ciò inconseguente ma allora sarebbe altrettanto inconseguente da parte vostra, sia accettare una campagna comune, sia esigere che noi non pensiamo più ciò che pensiamo.
Inoltre, perché deformare le nostre affermazioni ? Dove l'avete trovato che vi trattiamo di "traditori chiracchiani" o che avremmo scritto che sareste divenuti definitivamente degli "chiracchiani" ? Questa tecnica ben nota di discussione che aggrava i propositi dell'interlocutore non è la più adatta a convincerci della vostra buona fede e non è certo una manifestazione del "mutuo rispetto" di cui parlate.
Nessuno può negare che voi avete, di fatto, invitato a votare per Chirac e che vi siete collocati, all'epoca, nella maggioranza che ha eletto Chirac. Dire ciò è una semplice constatazione politica e non un insulto. Se ciò vi disturba fino a questo punto, non bisognava prendere una tale posizione.
E se non rileviamo tutte le altre deformazioni delle nostre affermazioni contenute nella vostra lettera, è solo per non polemizzare e perché non è l'oggetto di questa lettera, ma ci riserviamo il diritto di discuterne in un altro contesto.
Ci fate notare che la nostra lettera non fa allusione alla lotta degli insegnanti, ci rimproverate di esserci opposti a dei coordinamenti con delegati eletti, mentre noi eravamo per una più larga partecipazione degli scioperanti alle assemblee generali nelle quali ognuno poteva intervenire e partecipare alle decisioni, democrazia diretta che era la base stessa della loro motivazione, delle loro iniziative, della loro volontà di lotta. La vostra politica mirava al contrario a fabbricare un apparato dirigente, che non facesse appello alla volontà collettiva degli scioperanti e non era il migliore esempio del "rispetto delle regole elementari di democrazia" di cui parlate.
Per finire, abbiamo letto attentemente quanto dicevate sulla vostra politica rispetto alla nostra. Tutto questo lo sapevamo già prima di scrivervi. Voi avete le vostre concezioni, noi abbiamo le nostre. Non vi chiediamo di cambiare le vostre. Noi manterremo il nostro apprezzamento della vostra politica ma ciò non ci impedisce di prefigurare una campagna comune alle elezioni regionali ed europee.
Dunque, ancora una volta, aspettiamo la vostra risposta.
Saluti fraterni,
Per Lutte Ouvrière,
George KALDY