Le leggi elettorali una legislazione di classe

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Da "Lutte de Classe" n° 57 (Le leggi elettorali una legislazione di classe)
Marzio 2001

Le leggi elettorali, una legislazione di classe : infatti gran parte dei lavoratori, i lavoratori immigrati che costituiscono la frazione più sfruttata, è esclusa dal diritto di voto.

Secondo l'istituto statistico statale (INSEE), 3,2 milioni di stranieri vivono in Francia, di cui 2,5 milioni circa hanno più di 18 anni e quindi hanno l'età ufficiale per votare, ma non godono di questo diritto legale (tranne quelli originari dell'Unione europea che hanno ormai il diritto di voto alle elezioni amministrative ma rappresentano un'insignificante minoranza. Tutti i lavoratori "stranieri" sono buoni ad essere sfruttati, a pagare le tasse e gli oneri sociali, ma non hanno diritto alla parola.

Questo è un modo per diminuire la rappresentazione politica dei lavoratori, che in maggioranza non votano nello stesso modo delle classi agiate.

E' una legislazione di classe perché la borghesia ha una coscienza molto chiara di appartenere ad una classe "dominante".

Ma in realtà, il numero di quelli che sono, di fatto o per scelta, esclusi dal corpo elettorale, è ancora più alto. Ci sono tutti quelli che, pur avendo il diritto di votare, non si sono mai iscritti sulle liste elettorali o ne sono stati cancellati, poiché in Francia l'iscrizione sulle liste elettorali non è automatica : bisogna andare volontariamente al municipio per fare l'iscrizione. Ma si può immaginare tale processo "volontario" d'iscrizione se si trattasse, per esempio, del pagamento delle tasse ?

Tutti questi ovviamente non vengono contabilizzati nei risultati elettorali, neanche sotto la voce "astensione".

Sempre stando al censimento INSEE del 1999, 46,4 milioni di persone hanno più di 18 anni. Ora, il numero degli iscritti sulle liste elettorali è stato inferiore a 40 milioni in tutte le elezioni recenti. Questo significa quindi che 6,4 milioni di persone, ossia il 14% circa della popolazione che ha il diritto di votare, in realtà sono escluse dal corpo elettorale.

E questa cifra non è neutra dal punto di vista sociale. Quelli che sono messi fuori dal sistema elettorale, di fatto o per scelta, sono essenzialmente dei lavoratori, dei disoccupati, comunque donne e uomini dei ceti popolari.

L'elettorato costituisce quindi un'immagine deformata dell'opinione pubblica dell'insieme della popolazione.

Ma le leggi elettorali, cioè il modo in cui i candidati saranno eletti finalmente, falsano ancora più coscientemente la scelta degli elettori perché gli eletti non lo sono mai proporzionalmente ai voti che hanno ottenuti. Il risultato se ne avvicina un po' di più nelle elezioni europee e ne è molto più lontano nelle amministrative, le legislative e ovviamente all'elezione presidenziale.