Da "Lutte Ouvrière" e da "Lutte de Classe" n° 53 (Stati-Uniti : da un presidente a l'altro)
Già al suo congresso dell'ottobre del 1999, la confederazione sindacale americana AFL-CIO, che conta 13 milioni di tesserati, decideva di dare il suo sostegno ad Al Gore, che dal 1992 è stato il vice presidente di Clinton.
Ma per tale sostegno non c'era l'unanimità, e neanche molto entusiasmo. Due delle principali federazioni dell'AFL-CIO, quelle dell'automobilistica (UAW) e dei trasportatori stradali (teamsters) hanno ritenuto che era troppo presto per sostenere un candidato, tra l'altro perché, dicevano, il governo Clinton si preparava a normalizzare definitivamente le relazioni commerciali con la Cina -una decisione combattuta dagli apparati sindacali, che pretendono che le importazioni in provenienza dalla Cina potrebbero minacciare l'occupazione negli Stati-Uniti. Nel maggio e giugno scorso, queste due federazioni si sono allontanate da Gore, e hanno fatto il nome del candidato dei Verdi Ralph Nader o, quanto ai teamsters, il nome di Pat Buchanan, che appariva allora il futuro candidato del Reform Party, il partito di destra del miliardario Ross Perot.
Certamente, si trattava di manovre d'apparato che non indicavano in nessun modo un cambiamento politico dei sindacati. Nella sua rivista Solidarity del giugno 2000, l'UAW ha pubblicato un articolo che paragonava Gore e il candidato del partito Repubblicano Bush. Quest'articolo, favorevole a Gore, non accennava neppure a Nader.
Gli apparati sindacali non si preparavano a rompere con il partito Democratico. Alcuni di loro cercavano forse di dimostrare ai Democratici che il sostegno sindacale non era completamente scontato. Ma lo sforzo consentito dalle direzioni sindacali per le elezioni del novembre 2000 ha dimostrato ai Democratici che non avevano davvero niente da temere. Infatti l'AFL-CIO aveva previsto di spendere 46 milioni di dollari di più rispetto al 1996, e intendeva fare meglio che durante le per le elezioni del 1998, quando aveva finanziato l'invio di 9,5 milioni di lettere e 5,5 milioni di chiamate telefoniche.
Dando il suo sostegno alla Casa Bianca, l'AFL- CIO chiamava i lavoratori a votare Al Gore e al tempo stesso ad approvare la passata gestione della squadra Clinton-Gore. Ma quale è il bilancio di questa squadra che ha passato otto anni alla Casa Bianca ?
Le promesse elettorali sono fatte per essere tradite
Nel 1992 la squadra Clinton-Gore e un Congresso a maggioranza Democratica arrivarono al potere grazie ad una campagna imperniata sulla necessità di cambiare dopo i dodici anni di regno Reagan-Bush. Avevano promesso di creare occupazione, di ridurre le tasse sopportate dalle classi medie, di instaurare un'assistenza medica per tutti, di garantire l'accesso generalizzato all'Università per tutti i diplomati delle scuole medie e di dedicare ogni anno 20 miliardi di dollari supplementari al finanziamento dei lavori pubblici. Per finanziare questo, proponevano di aumentare le tasse delle classi benestanti e delle imprese straniere, e di ridurre un po' le spese militari (di 38 miliardi di dollari in cinque anni)
La maggior parte degli Americani ha ben capito che questo era solo una fiaba ad uso elettorale. Ma, in più di queste promesse, quando sono entrati in funzione Clinton e Gore hanno preso in modo spettacolare il contropiede di alcune scelte politiche della squadra Reagan-Bush.
Prima, il Congresso ha votato e Clinton ha firmato la "legge sui congedi per malattia o per maternità e paternità", alla quale Bush aveva opposto un veto quando era al potere. Questa legge permette ai dipendenti di imprese di più di 50 persone di prendere fino a 12 settimane all'anno di congedi per malattia o maternità. Certamente, questa legge prevede importanti limiti : questi congedi non sono pagati e quindi sono completamente alle spese dei dipendenti ; d'altra parte i termini della legge danno ai padroni che lo vogliono una serie di possibilità per opporre un divieto di fatto ai lavoratori che chiedono tale congedo.
Poi Clinton ha preso chiaramente posizione per il diritto all'aborto, autorizzando che la pilola abortiva RU-486, la cosiddetta "pilola del giorno dopo", fosse provata, fabbricata e commercializzata negli Stati-Uniti dove era stata vietata dal governo Bush -mentre era autorizzata da anni in Europa o in Asia.
Ma non c'è voluto molto perché Clinton dimostrasse i limiti del suo sostegno al diritto all'aborto. Benché avesse autorizzato l'Agenzia degli alimenti e medicine, la FDA, a fare prove cliniche con la RU-486, prove che dimostrarono che la pilola era efficace e sicura, il suo governo non ha mai dato il nulla osta definitivo alla distribuzione e commercializzazione di questa pilola.
Nello stesso modo, non è intervenuto presso i Democratici del Congresso per spingerli a votare la soppressione dell'emendamento Hyde, adottato nel 1977 sotto Jimmy Carter, che proibisce all'Assistenza medica ai poveri di pagare per l'aborto di una donna che non ne ha le possibilità. Clinton, Gore e i Democratici pretendono che sono per il diritto all'aborto, ma rifiutano questo diritto alle donne povere.
L'amministrazione Clinton non si è neanche appoggiata sui poteri di cui gode il governo federale per respingere gli attacchi dell'estrema-destra miranti a limitare l'accesso all'aborto, particolarmente nelle regioni meno sviluppate del paese. Per esempio, la maggioranza delle facoltà di medicina e degli ospedali universitari hanno ceduto alle pressioni reazionarie e non formano più i medici all'aborto. Il governo, che controlla le sovvenzioni federali indispensabili alla quasi totalità delle facoltà di medicina, non ha utilizzato questo potere per costringerle a rimettere l'aborto al programma.
In altri termini, se nelle sue prime settimane al potere Clinton ha abrogato o fatto finta di abrogare alcune delle misure prese dai Repubblicani per piacere alla loro base elettorale di destra, mirava innanzitutto a darsi un 'immagine popolare, per nascondere il vero corso della sua politica.
Il vero corso seguito da Clinton si è manifestato quando ha cominciato a spiegare che il disavanzo del bilancio era molto più importante di quanto non aveva pensato e ha annunciato, nel 1993, un piano di austerità di cinque anni chiamato "legge finanziaria per il ristabilimento del bilancio". Questo piano in particolare attaccava i programmi sociali di cui godevano i ceti popolari, il cui ammontare andava bloccato. Questo, tenuto conto dell'inflazione, significava ridurli-. Lo stesso piano prevedeva una riduzione di 56 miliardi di dollari dei fondi dedicati al sistema di assistenza sanitaria ai pensionati, e di 8 miliardi per l'assistenza medica ai poveri.
Allo stesso tempo, le tasse sulla benzina aumentavano di un cent al litro (20 lire circa), una misura particolarmente ingiusta che colpiva i lavoratori o gli ambienti popolari più che i ceti benestanti. Incluso nel prezzo della benzina, questo aumento è particolarmente insidioso perché non immediatamente visibile.
Ovviamente i Democratici hanno spiegato che anche l'imposta alle imprese veniva aumentata, e infatti la sua incidenza aumentava dal 34 al 35% -ossia un'aumento vertiginoso dell'1% ! I vari sconti fiscali consentiti peraltro colmarono largamente questo minuscolo aumento. Difatti le imposte pagate dalle imprese sono passate dal 24,5% dei profitti dichiarati nel 1994 al 21,3% nel 1999.
Con l'aumento delle imposte indirette e la riduzione dei fondi sociali, la legge finanziaria del governo Clinton accresceva il carico fiscale sulla popolazione e trasferiva alle imprese le somme così recuperate. Il governo Clinton si inseriva nella continuità dei governi Reagan-Bush.
Bisogna anche ricordare che questa finanziaria fu completamente l'opera del Partito Democratico. Al Congresso, i Repubblicani, allora in minoranza, si permisero il lusso di sembrare opposti a queste misure impopolari e nessuno le votò. E al Senato, la Finanziaria fu votata solo grazie al voto decisivo del vicepresidente Al Gore.
Adottata la Finanziaria, Clinton nominò Al Gore alla testa di una nuova Commissione chiamata "Reinventare il governo" (REGO), teoricamente destinata a rendere l'amministrazione più efficace e quindi a permettere ai contribuenti di risparmiare. In realtà la commissione REGO fu creata innanzi tutto per fare nell'amministrazione ciò che i padroni del settore privato avevano già cominciato a fare per proprio conto : ridurre l'organico, sia con l'aumento del carico di lavoro, sia col dare appalti a imprese con personale sottopagato e con meno diritti sociali. Sotto il regno della REGO di Gore , più di 350000 posti di lavoro furono soppressi nell'amministrazione e uno dei sindacati degli statali, l'American Federation of Government Employees, perse 100000 tesserati. Ma neanche un cent è stato economizzato a favore del contribuente.
1994 : fallimento del sistema sanitario e nuovi attacchi
Nel 1994 il governo Clinton varò una "riforma del sistema sanitario" che secondo lui doveva offrire una specie di copertura medica universale dando una possibilità di curarsi alle 40 milioni di persone prive di assicurazione medica. In realtà questa riforma mirava innanzitutto ad aiutare le grandi imprese che lamentavano l'aumento degli oneri dovuti alla copertura medica del personale. Ma una riduzione degli oneri era preoccupante per le imprese del settore sanitario che invece approfittavano dell'aumento delle spese sanitarie. La "riforma" del governo Clinton non ha resistito molto di fronte ai timori espressi da grandi imprese con interessi contraddittori. E già all'autunno 1994 era morta e seppellita.
Se Clinton avesse davvero voluto estendere la copertura medica alle 40 milioni di persone che ne erano escluse, avrebbe potuto finanziare la sua riforma col ricuperare una parte delle somme versate alle grandi imprese. Ma non l'ha fatto. E il numero delle persone senza copertura medica continuò di crescere mediamente di un milione all'anno.
Adoperare il tipo di riforma augurato dalla popolazione, cioè un'assicurazione medica a buon mercato e accessibile a tutti, avrebbe necessitato di prendersela con i profitti delle grandi aziende. Era il contrario di ciò che voleva fare Clinton.
Al momento stesso del fallimento della sua riforma del sistema sanitario, il governo Clinton presentava un progetto di "legge sulla lotta contro il crimine". Questo testo degno della destra più reazionaria prevedeva la cosiddetta clausola "delle tre colpe" ; un aumento del numero di crimini federali passibili della pena di morte (da due a sessanta) ; l'allungamento di numerose pene, per opporsi ai giudici considerati troppo "lassisti" ; un aiuto finanziario agli Stati che costringono i prigionieri a compiere più dell'85% della loro pena. Mentre riduceva i programmi sociali, Clinton non aveva problemi a trovare i soldi necessari -più di 30 miliardi di dollari- per assumere poliziotti supplementari e costruire nuove carceri.
L'aumento della criminalità è un problema reale negli Stati Uniti, ma il governo non aveva nessun intento di attaccarsi alle cause sociali del fenomeno, e tra le altre cose all'aggravamento della situazione sociale ed economica dei più poveri e più disperati. Anzi, il governo stesso contribuiva ad aggravare la situazione col ridurre il numero dei posti di lavoro, le prestazioni, l'educazione e le cure accessibili alle classi lavoratrici. L'unica iniziativa dell'amministrazione Clinton consistette nel ravvivare e rafforzare nella popolazione le idee più reazionarie e nell'accrescere il numero dei poliziotti e delle carceri.
In fine bisogna notare che il governo Clinton e il Congresso Democratico hanno tradito una delle principali promesse elettorali fatte dal Partito Democratico al movimento sindacale, non adottando neanche una versione edulcorata di un disegno di legge che limitasse la possibilità per i padroni di sostituire gli scioperanti durante un conflitto.
Al contrario, l'amministrazione Clinton ha effettivamente dato un avvertimento agli apparati sindacali. Dal suo insediamento, il ministero della Giustizia sostennne gli sforzi di un giudice della Virginia per costringere il sindacato dei minatori (UMWA) a pagare la multa più importante mai chiesta ad un sindacato ; ossia 60 milioni di dollari. Questa condanna veniva pronunciata in seguito ad uno sciopero prolungato di 17000 minatori di carbone contro la compagnia Pittston Coal nel 1989. I padroni di Pittston avevano da parte loro rinunciato alla multa nel corso delle negoziazioni degli accordi di fine sciopero, ma il ministero della Giustizia aveva proseguito lo stesso l'azione fino alla Corte Suprema. La multa finalmente fu annullata dai giudici -conservatori- della Corte suprema che respinse le domande del giudice di Virginia e del ministero della Giustizia. Ma questo era, da parte dell'amministrazione Clinton, un messaggio all'indirizzo delle direzioni sindacali, qualora fossero tentate di lanciarsi in qualche sciopero duro.
1995-1996 : il governo Clinton si mostra come e'
Gli incessanti attacchi del governo Clinton e del Partito Democratico si tradussero in una disaffezione del loro elettorato, al punto che nelle elezioni del 1994 i repubblicani divennnero maggioritari nelle due Camere. Questo non cambiò granché, se non che l'AFL-CIO ormai poteva prendersela con la maggioranza repubblicana del Congresso per le misure antioperaie che il governo Clinton continuava a prendere e che in realtà non erano altro che la continuazione della politica seguita durante i due anni di maggioranza democratica.
Alla primavera del 1995, in seguito all'attentato alla bomba di Oklahoma City, il governo Clinton fece votare d'urgenza una "legge generale sulla prevenzione del terrorismo". Tale legge, composta in realtà di decine di nuove leggi, allargò i poteri di numerose agenzie federali di mantenimento dell'ordine alle spese dell'insieme della popolazione. I poteri del servizio dell'immigrazione e delle naturalizzazioni, l'INS, furono estesi e gli fu data la possibilità di espellere una persona nata all'estero e semplicemente sospettata di terrorismo sulla base di informazioni che l'INS non deve comunicare all'accusato, che non ha alcuna possibilità d'appello. Così, può decidere di intercettare le comunicazioni di ogni posto telefonico suscettibile di essere utilizzato, pur occasionalmente, da una persona sotto sorveglianza, il che l'autorizza ad intercettare le comunicazioni di molti altri utenti.
D'altra parte, questa legge restringe notevolmente il diritto dei prigionieri all'habeas corpus (cioè il loro diritto di fare appello alle giuridizioni federali) anche se le autorità di uno Stato o le autorità locali hanno evidentemente oltrepassato i loro diritti o se sono stati condannati senza prova. Questa nuova legge sopprime un'importante possibilità di ricorso per tutti quelli che sono condannati in modo sbrigativo, si tratti di prigionieri politici come Mumia Abu Jamal o di imputati senza soldi che non hanno i mezzi finanziari di una corretta difesa legale.
Un anno dopo Clinton approvava un altro progetto intitolato "legge sulla riforma dei ricorsi carcerari". Fino a questa parte i prigionieri avevano il diritto di ricorrere in appello davanti una corte federale contro gli aspetti più rivoltanti delle loro condizioni di detenzione : grave sovrappopolazione, assenza di assistenza medica (all'origine di epidemie di tubercolosi e di AIDS), stupri sistematici delle prigionieri da parte di certi guardiani. Col sopprimere questo diritto, Clinton avallava un aggravamento continuo delle condizioni di detenzione, in un momento in cui la popolazione carceraria aumentava vertiginosamente.
Poi, il governo Clinton cominciò a prendersela con la frazione organizzata della classe operaia. Nel maggio 1996 Clinton si appoggiò sulla "Legge sul personale ferroviario" per porre termine ad uno sciopero nazionale che toccava 50 compagnie ferroviarie. Chiaramente, la capacità dei sindacati di ferrovieri di bloccare l'insieme del sistema ferroviario era una carta vincente nella lotta contro i sacrifici richiesti dai padroni della categoria. Clinton è quindi intervenuto per aiutare i padroni a mettere fine allo sciopero ed imporre le loro proposizioni.
Il coronamento dell'azione legislativa di Clinton durante i suoi quattro primi anni di potere fu la legge sulla riforma della previdenza sociale adottata il 22 agosto del 1996. Questa legge storica era un gran colpo contro la rete di protezioni sociali imposta dalle grandi lotte degli anni trenta e sessanta. Lo scopo della "riforma" era semplice : eliminare un massimo di persone dalle liste di beneficiari e di costringerle ad accettare un lavoro qualunque fosse il salario. Per questo si invocarono tutti gli argomenti e pretesti possibili : durata del lavoro troppo breve, scadenze non rispettate, appuntamenti sbagliati, documenti persi. E tanto peggio se la persona aveva un bambino in prima età o parecchi bambini a carico : doveva trovare un lavoro. In tre anni il numero dei beneficiari fu dimezzato e sei milioni di persone si ritrovarono senza alcun aiuto dello Stato.
Al momento di presentare la legge, Clinton la battezzò, nel modo più cinico, "legge sulla riconciliazione tra l'offerta di lavoro e la responsabilità personale". Ma l'unica "offerta" fatta ai beneficiari degli aiuti sociali fu di accettare i lavori più duri e mal pagati, senza poter usufruire degli aiuti promessi per facilitare il periodo di transizione. Clinton infatti aveva parlato di assistenza gratuita per i bambini, di buoni d'alimentazione, di aiuti per la casa, di diritto all'assistenza medica : tante menzogne.
Queste persone quindi dovettero accettare ciò che si presentava : il più delle volte dei posti di lavoro pagati 6 o 7 dollari l'ora (10000 lire circa), senza alcuna prestazione sociale ; ossia un salario annuo di 13290 dollari -che rappresenta nel caso di una famiglia di tre persone, il 60% della soglia di povertà. Quanto agli aiuti promessi da Clinton, le condizioni amministrative erano tali da renderli praticamente impossibili da ottenere.
Ma c'era anche di peggio. Secondo gli Stati, dal 30 al 50% delle persone escluse dagli aiuti sociali non trovavano lavoro. Altri trovavano un posto che perdevano prima della scadenza di tre mesi. Quando queste persone chiedevano il beneficio dell'aiuto dello Stato, erano secondo il gergo ufficiale "sviate", cioè rinviate sul lastrico. Milioni di persone si ritrovavano così senza domicilio, a vivere di espedienti, con l'unica prospettiva di finire un giorno o l'altro in carcere.
Nel prossimo anno, sette milioni di persone potrebbero ancora essere escluse dal sistema di aiuti sociali. Di fronte a questa vera bomba a scoppio ritardato nel campo sociale, l'amministrazione Clinton non prese altre misure che di assumere poliziotti, costruire carceri ed aggravare le pene.
Ma questo disastro umano capitava a fagiolo per i padroni. Metteva alla loro disposizione un'importante riserva di individui senza speranza, che non avevano altra scelta se non accettare i salari più bassi e le peggiori condizioni di lavoro. Questa è una delle ragioni che spiegano la stagnazione e anche la caduta dei salari dell'insieme della classe operaia, compreso nel presente periodo di espansione.
Un mese dopo che il Congresso aveva adottato la legge di Clinton mirante a "porre fine agli aiuti sociali così come li conosciamo", il presidente ripartì all'attacco proponendo una serie di leggi draconiane sull'immigrazione. Tra le altre cose, queste nuove leggi svuotarono dal loro contenuto le misure antidiscriminatorie che ancora proteggevano gli immigrati sul posto di lavoro. Rendevano più difficile ottenere lo status di profugo, vietavano agli immigrati di ricorrere appello di fronte alle decisioni del Servizio dell'immigrazione e alle naturalizzazioni presso un tribunale. Si prevedeva anche di stanziare fondi per raddoppiare il numero degli agenti della polizia di confine e per costruire nuovi centri di "accoglienza" per stranieri.
Clinton presentò queste leggi come un mezzo per proteggere i posti di lavoro "americani". In realtà, non fecero fatto altro che di aumentare il numero dei lavoratori minacciati, vulnerabili o disperati. E dettero ai padroni e al governo mezzi legali supplementari per disfarsi di chi, tra i milioni di immigrati clandestini di questo paese, osava difendersi ed organizzarsi.
In ogni caso, dato che il 1996 era un anno elettorale, Clinton e i Democratici avevano bisogno di qualcosa da offrire al loro elettorato tradizionale. Proposero quindi di fare passare il salario minimo da 4,25 a 5,15 dollari l'ora (ossia da 7500 lire a 9000) in due anni. Per non essere da meno i Repubblicani si dichiarararono favorevoli a questa misura che votarono al Congresso. Ma in termini reali, e tenuto conto dell'inflazione, il nuovo salario minimo era ancora inferiore del 20% al suo valore durante gli anni settanta.
Eppure questo fu sufficiente per i dirigenti dell'AFL-CIO. Dichiararono che Clinton e i Democratici erano gli amici dei lavoratori e si lanciarono in una grande e costosa campagna di sostegno. Nel corso dei quattro primi anni della sua presidenza, Clinton aveva tentato di rovinare il sindacato dei minatori, aveva troncato lo sciopero dei ferrovieri, soppresso i programmi d'aiuti sociali, aumentato le imposte dei lavoratori, ridotto i diritti delle persone nei confronti delle autorità, e aumentato le sovvenzioni alle grandi imprese. No, Clinton non era l'amico dei lavoratori, anzi, era l loro nemico.
Gli attacchi di Clinton contro il movimento sindacale
Il sostegno dato dall'AFL-CIO alla coppia Clinton-Gore per l'elezione del 1996, si rivelò decisivo e gli permise di vincere contro i Repubblicani. Ma Clinton dimostrò rapidamente ai sindacati cosa doveva rendere questo sostegno. L'anno successivo, lanciò due offensive massicce contro il movimento sindacale.
Nel febbraio del 1997 il governo Clinton ricorreva di nuovo alla "legge sul personale ferroviario", già utilizzata contro i sindacati di ferrovieri l'anno precedente, per impedire ai piloti dell'American Airlines di scioperare. Era la prima volta in trenta anni che un presidente ricorreva a questa legge contro i salariati di una compagnia aerea. Clinton così creava un precedente che spostava il rapporto di forze in tutto il settore del trasporto aereo. Il suo intervento infatti aiutò le altre compagnie nei confronto dei propri salariati che, di fronte agli enormi profitti annunciati dai trasportatori aerei, cominciavano a mobilitarsi per ricuperare una parte dei sacrifici sostenuti per anni.
In un'altro confronto con il movimento sindacale, il governo Clinton se la prese con il sindacato dei trasportatori stradali (teamsters) dopo lo sciopero vittorioso dell'UPS (United Parcel Service) nell'agosto del 1997. Lo sciopero dell'UPS si distinse un po' dagli altri scioperi di quegli anni perché fu un po' meglio organizzato, e anche perché riuscì a mobilitare la maggior parte della base. Siccome le rivendicazioni degli scioperanti ruotavano intorno alla necessità di ridurre il ricorso al lavoro temporaneo e a tempo parziale, questo sciopero poneva il problema della lotta contro la generalizzazione dei bassi salari. Per questo motivo, aveva un impatto che superava i limiti del conflitto dell'UPS.
Lo sciopero finì con un accordo piuttosto favorevole ai lavoratori dell'UPS. E in un primo tempo fu avvertito come un passo un avanti ed un incoraggiamento per gli altri lavoratori per scioperare a loro volta. Questo riguardava particolarmente i sindacati dei teamsters stessi, che si preparavano a negoziare due importanti contratti collettivi, uno sul trasporto merci e l'altro sul trasporto di macchine.
Ma tre giorni dopo la fine dello sciopero dell'UPS, la persona incaricata dal governo di controllare le attività del sindacato dei teamsters dava l'annuncio che con l'accordo del ministro della giustizia di Clinton l'elezione del presidente del sindacato Ron Carey, dirigente dello sciopero dell'UPS, veniva invalidata sotto l'accusa di corruzione. La suddetta elezione si era svolta otto mesi prima, ma la rappresentante del governo aveva scoperto la corruzione solo dopo lo sciopero vittorioso dell'UPS ! In questa vicenda Carey non perse solo il suo posto : perse anche il diritto di ricandidarsi, nonché quello di fare parte del sindacato dei teamsters.
Ma il governo Clinton non si fermò lì. Al tempo stesso, il ministero della Giustizia annunciò che erano in corso delle inchieste sui principali dirigenti dell'AFL-CIO, compreso il tesoriere della confederazione Richard Trumka. Questa inchiesta era ovviamente una minaccia all'indirizzo dei principali responsabili sindacali, che dovevano evitare di apparire favorevoli ad un'estensione dell'azione di sciopero. Non si sa se questa minaccia ha avuto una parte nel loro atteggiamento, ma fatto sta che non furono organizzati scioperi come quello dell'UPS in nessun settore.
Il secondo mandato di Clinton :
Al servizio di un favoloso accumulo di ricchezze per la borghesia Durante il 1997, il Congresso adottò, con la nuova Finanziaria di Clinton, numerosi provvedimenti con pesanti conseguenze.
Innanzitutto, Clinton propose di ridurre -di nuovo- i fondi della previdenza malattia dei pensionati e degli aiuti medici. Durante tutta la campagna elettorale del 1996, Clinton e i Democratici avevano denunciato i Repubblicani sostenendo che volevano smantellare il sistema sanitario degli anziani. Questo argomento convinse molti elettori, preoccupati, a votare per Clinton e i Democratici, che apparvero come i difensori di questo sistema solo perché proponevano di ridurlo in modo meno importante dei Repubblicani. Dicevano che avrebbero ridotto gli stanziamenti di questo sistema, ma "per salvarlo", mentre le riduzioni annunciate dai Repubblicani avevano l'obiettivo di "smantellarlo". Eppure, sin dalla rielezione di Clinton, Democratici e Repubblicani si misero d'accordo per ridurre i fondi della previdenza medica degli anziani di 115 miliardi di dollari in cinque anni. Per "bilanciare", ridussero anche gli stanziamenti dell'assistenza medica, già molto insufficienti, di 25 miliardi di dollari. Queste nuove riduzioni hanno reso molto aleatorio l'accesso all'assistenza medica dei beneficiari, perché molti medici, ospedali ed altri servizi medici hanno rifiutato di continuare a farne parte.
La riforma degli aiuti sociali aveva allora un anno, e milioni di bambini si ritrovavano privi dell'aiuto medico. La popolazione ne fu sdegnata e Clinton propose una legge mirante, disse, ad aiutare gli Stati a ridurre il numero -10 milioni- dei bambini senza assicurazione medica. Ma questo era solo polvere agli occhi e in fine ben pochi bambini entrarono nell'ambito di questa legge. Gli Stati, che già avevano molto lavorato alla soppressione di molti programmi sociali, con il beneplacito di Clinton, certamente non ne crearono di nuovi, neanche per i bambini !
Per controbilanciare l'effetto di questi tagli finanziari che si tradussero in nuovi sacrifici per i ceti popolari, Clinton annunciò una riduzione delle imposte per le famiglie povere, sotto forma di una detrazione aggiuntiva di 500 dollari per ogni bambino -il che significava mediamente una riduzione di 200 dollari (360000 lire) dell'imposta sul reddito.
Questo non era niente rispetto alle riduzioni d'imposte che stava al tempo stesso accordando ai più ricchi con un ribasso dell'imposta sui plusvalori dal 28 al 20%. I plusvalori sono i benefici realizzati nelle vendite di azioni, obbligazioni, proprietà immobiliari, ecc... cioè la principale fonte di reddito dei più ricchi. Questa imposta già era ben inferiore all'imposta federale sui redditi dei salariati. I dirigenti delle grandi imprese potevano esultare : se Bill Gates ad esempio, avesse venduto le sue stock options quell'anno lì, avrebbe incassato grazie alla misura di Clinton 200 milioni di dollari supplementari.
Questo spiega perché, come notarono certi osservatori all'epoca, l'80% delle riduzioni d'imposte decise da Clinton riguardava l'1% più ricco della popolazione.
Questa legge prevdeva d'altra parte delle esenzioni molto discrete per alcune grandi imprese. Così Amway avrebbe beneficiato complessivamente di una riduzione d'imposta di 280 milioni di dollari, al titolo della provvisionale C della sezione XI, redatta in un gergo incomprensibile ed intitolata "modifica delle provvisionali per investimenti passivi all'estero, allo scopo di evitare un doppione con la sottosezione F, di permettere gli scambi da mercato a mercato, e di modificare il calcolo degli attivi."
Nel corso dei due anni successivi, il governo ha continuato di attingere dalle sue casse al profitto delle grandi imprese. Nel 1998, ha finanziato un certo numero di grandi progetti, come ad esempio lavori di un valore di 200 miliardi di dollari per la costruzione di strade ed infrastrutture, di cui hanno beneficiato grandi imprese di lavori pubblici. C'è anche stato un aumento di 17 miliardi di dollari dello stanziamento militare. Si trattava del più importante aumento sin dalla fine della guerra fredda, e ha considerevolmente aiutato le grandi imprese di questo settore ad aumentare le loro vendite e i loro profitti. C'è anche stato un aumento di 18 miliardi di dollari degli stanziamenti per l'FMI, perché questo possa continuare a garantire gli interessi finanziari americani in tutto il mondo. C'è stato ancora un intervento "di emergenza" di 20 miliardi di dollari a favore delle grandi imprese dell'agricoltura. In fine il governo ha aumentato i crediti e le detrazioni consentiti alle grandi imprese al titolo della ricerca e dello sviluppo, e ne ha esteso il campo d'applicazione.
La borghesia ha quindi continuato di arricchirsi, con l'aiuto delle Finanziarie di Clinton.
Le conseguenze sociali
Nel suo ultimo discorso sullo stato dell'Unione del 27 gennaio 2000, Clinton affermava : "la nostra rivoluzione economica si è accompagnata con una rinascita dello spirito americano. La criminalità é indietreggiata del 20% ed ha raggiunto il livello più basso da 25 anni. Il saggio di gravidanza delle adolescenti diminuisce per il settimo anno successivo e le adozioni sono aumentate del 30%. Il numero delle persone assistite è stato ridotto di metà ed ha raggiunto il livello più basso da 30 anni. Miei cari compatrioti, lo stato della nostra Unione è migliore che non è mai stato..."
La "rivoluzione economica" di Clinton era la continuazione della politica dei suoi predecessori, favorendo i ricchi alle spese del resto della popolazione. Forse c'è stata una certa rinascita dello spirito americano... o comunque di quello degli amministratori delegati delle grandi imprese i cui redditi, per il 1999, erano mediamente 475 volte superiori a quelli dell'operaio medio, contro "solo" 84 volte un po' più di dieci anni fa.
Il programma di Clinton è riuscito a dimezzare il numero dei beneficiari degli aiuti sociali. Il risultato è una povertà spaventosa. Secondo le cifre ufficiali, che nascondono una parte della realtà, il 12,7% della popolazione, ossia 34,5 milioni di persone, vivevano sotto la soglia della povertà nel 1998. In altri termini, dopo otto anni di espansione economica, il numero dei poveri è ancora superiore al totale della popolazione della California, lo Stato più popolato del paese.
E queste cifre non dicono tutto : anche la grande povertà si sta aggravando. Il numero di quelli che tentano di sopravvivere con meno della metà della soglia di povertà -cioè meno di 6750 dollari annuali (circa un milione di lire al mese) per una famiglia di tre persone- è passato da 13,9 milioni nel 1995 a 14,6 milioni nel 1997. Nel caso delle famiglie composte da una madre e suoi bambini, i 10% più poveri hanno perso il 15,2% dei loro redditi nel corso dei due anni scorsi.
Ecco perché, secondo uno studio del ministero dell'Agricoltura, nel 1998 il 10,5% delle famiglie americane, cioè 31 milioni di persone (19 milioni di adulti e 12 milioni di bambini) non avevano abbastanza da mangiare per soddisfare i bisogni vitali.
C'è negli Stati-Uniti una povertà endemica nelle città ed alcune regioni rurali, e la povertà si sta estendendo nelle periferie.
La politica condotta da Clinton ha contribuito a questa situazione. Sotto la sua direzione, il governo ha imposto ancora più sacrifici alla classe operaia e ai poveri, che sono stati costretti a pagare per la crisi, mentre i profitti della borghesia raggiungevano vertici storici.
Con un amico come Clinton, non c'e' bisogno di nemico
Nelle elezioni del novembre 2000, gli apparati sindacali non sono stati soli ad appoggiare Al Gore e i Democratici. Lo stesso hanno fatto le organizzazioni nere tradizionali, dalle Chiese di ogni denominazione alla Urban League. L'Associazione Nazionale per la promozione della gente di colore (NAACP), una delle più importanti ed influenti organizzazioni nere, non sosteneva ufficialmente nessun candidato. Ma, a luglio, ha offerto a Clinton una calorosa cena d'addio. Il presidente della NAACP Julian Bond ha dichiarato : "sappiamo riconoscere i nostri amici, e questo presidente qua è nostro amico". Secondo i giornalisti presenti, Clinton avrebbe perfino spremuto una lacrima !
Un amico, quello le cui misure sono state più duramente risentite dalla classe operaia nera e dai Neri più poveri ? Difatti gli operai neri continuano di essere quelli più toccati dalla disoccupazione, i più mal pagati, e i Neri rappresentano una parte importante della popolazione carceraria e dei condannati a morte.
Il "male minore" non c'e'
Il governo Clinton ha proseguito una politica completamente al servizio della borghesia, come Reagan e Bush l'avevano fatto prima di lui. Si è schierato dalla parte della borghesia contro la classe operaia e i poveri.
Gli apparati sindacali evidentemente non hanno intenzione di mobilitare i lavoratori e i ceti sfruttati contro questa politica. Non la denunciano neanche. Anzi, hanno sostenuto -ancora una volta -Gore e i Democratici. E hanno cercato di convincere i lavoratori a fare campagna per i loro nemici, sostenerli finanziariamente e votare per loro.
Questo dimostra a che punto i burocrati sindacali sono integrati all'apparato dirigente della borghesia. Sul piano politico, accettano la scelta lasciata loro dalla borghesia : la scelta tra i Democratici e i Repubblicani. Si accontentano di qualche briciola, come la nomina di uno di loro ad un posto di responsabilità politica o la possibilità di essere ricevuti ogni tanto da chi sta al potere.
Ecco cosa i dirigenti sindacali chiamano il "male minore". Questa è ovviamente una trappola.
I lavoratori hanno bisogno i un'altra politica, una politica mirante a raggruppare le loro forze, per difendersi contro gli attacchi della borghesia, portate sia dal governo che dai padroni, una politica che permetta ai lavoratori di fare passare i loro interessi prima di quelli dei ricchi.
I lavoratori devono assicurarsi che le ricchezze da loro create -che il governo utilizza per arricchire ancora di più la borghesia- servano innanzitutto a garantire a ciascuno delle condizioni di vita ed un tenore di vita decenti.
Questo dovrebbe essere la priorità delle priorità.
Cosa ci impedisce oggi di eliminare la disoccupazione e la sottoccupazione ? Cosa ci impedisce di garantire a ciascuno un lavoro corretto, con un salario pieno e le prestazioni sociali ? Perché dovremmo accettare che una persona, anche se ce ne fosse solo una, si trovi senza assistenza medica (34 milioni di adulti e 11 milioni di bambini ne sono privi oggi come oggi) ? Perché dovremmo accettare che una madre sia separata dal suo bambino e costretta ad andare a farsi sfruttare sfacciatamente da un padrone ? Perché dovremmo accettare che una madre sia costretta di lavorare mentre non è previsto niente per i suoi bambini ? E perché dovremmo accettare che milioni di persone anziane non abbiano altra scelta che lavorare fino alla loro morte perché non hanno lavorato abbastanza a lungo nella stessa impresa per assicurarsi una pensione conveniente ?
Viviamo in una società in cui le carceri crescono come funghi e milioni di giovani sono ridotti a passare la loro vita circondati da guardiani armati, dietro mura di cemento e acciaio. Una società che non ha un altro futuro da offrire a tutta una parte della sua gioventù è una società in stato di decomposizione avanzata.
Eppure ci sono oggi le potenzialità per porre fine alle piaghe di questa società : lo sfruttamento, la disoccupazione, gli impieghi inutili, la povertà e la miseria.
Ne abbiamo i mezzi. Le ricchezze esistono. Sono state create dalla classe operaia. E per il suo ruolo e il suo posto nella società, la classe operaia, e solo lei, ha il potere di fare sì che queste ricchezze siano messe a disposizione di tutti. E solo lei ha un interesse diretto a farlo.
La priorità consiste quindi per la classe operaia nel capire che essa rappresenta un'alternativa a questa società. La classe operaia ha bisogno del proprio partito.