STATI UNITI, IL NEW DEAL DI ROOSEVELT : IL GRANDE CAPITALE SALVATO DALLO STATO

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25 luglio 2008

In questi tempi di grave crisi finanziaria, è utile ricordare la crisi del 1929, a cui tutti i dirigenti e commentatori si riferiscono per fare un paragone.

Il presente articolo, ripreso dal numero 59 del giornale dell'organizzazione trotskista americana The Spark (La Scintilla), non tratta dello scoppio della crisi nel 1929 ma della soluzione che trovò la borghesia americana facendo pagare la classe operaia. Una pagina di storia di nuovo attuale!

La scorsa primavera ha segnato il settantacinquesimo anniversario dell'istitu-zione del "New Deal", che si potrebbe tradurre con "nuovo contratto". Nel mezzo della grande depressione, nel marzo 1933, i Democratici salirono alla Casa Bianca, presero il controllo del Congresso e vararono in cento giorni quindici leggi molto importanti. Due anni dopo, Roosevelt e il Congresso vararono la seconda fase del New Deal. Da allora, i Democratici sono visti come quelli che salvarono l'economia, che lanciarono grandi programmi di lavori pubblici, rimisero i disoccupati al lavoro, lanciarono programmi sociali per le persone anziane e i poveri e concessero nuovi diritti ai sindacati.

75 anni dopo, mentre l'economia è in caduta verticale e lo scarto tra i ricchi e poveri è tornato al livello di prima del 1929, c'è per molti la tentazione di vedere in ciò che Roosevelt fece durante la Grande Depressione un modello d'intervento dello Stato per salvare l'economia e l'uomo della strada. Eppure sbaglierebbero di grosso. La storia del New Deal dimostra tutt'altro.

IL COLLASSO DELL'ECONOMIA

Quando prese le sue funzioni di presidente il 4 marzo 1933, Roosevelt pronunciò queste parole ormai famose: "l'unica cosa che dobbiamo temere è la paura stessa".

Infatti c'era di che avere paura. Il crac della Borsa nell'ottobre 1929 aveva fatto scoppiare una crisi economica senza precedenti. In tre anni le azioni avevano perso l'83% del loro valore massimo. L'enorme ammontare di valori fittizi accumulatisi durante la bolla speculativa degli anni venti si era evaporato, portando ad una mancanza generale di liquidità e riducendo in modo considerevole l'accesso al credito per le imprese. Queste ultime non potevano più pagare le fatture e i salari. La produzione crollò e i fallimenti si moltiplicarono di colpo. L'insieme del sistema finanziario cominciava a crollare, trascinando con sé le attività produttive in un circolo vizioso che si autoalimentava.

La depressione si estese in tutti gli Stati Uniti e si propagò a livello internazionale perché gli Stati Uniti erano già il centro dell'economia mondiale. La discesa economica ebbe un impatto eccezionale. Tra i 1929 e il 1933 il Prodotto Nazionale Lordo degli Stati Uniti diminuì del 33%, gli investimenti dell'89%, il valore delle costruzioni del 75%, la produzione di ferro e acciaio del 59% e la produzione automobilistica del 65%.

Nel 1928 le imprese avevano accumulato circa 10 miliardi di dollari di profitti. Nel 1932 registravano perdite nette di più di 3 miliardi di dollari. Le piccole imprese furono quelle più duramente colpite. Più le imprese erano importanti, maggiori erano le loro possibilità di fare comunque profitto, anche se spesso inferiore a quello di prima della grande depressione.

Nel mezzo di questo crollo la classe capitalista si proteggeva dalle conseguenze della crisi del proprio sistema. Nel corso dei quattro primi anni della depressione le ditte pagarono 17 miliardi di dividendi in più rispetto al profitto che avevano incassato al netto delle tasse. Questo significa che si svuotavano le ditte dei loro attivi e si indeboliva la salute finanziaria delle imprese. I capitalisti utilizzavano il loro controllo sulle ditte per cannibalizzarle.

LA POVERTÀ IN PIENA ABBONDANZA

La classe operaia non ebbe questa possibilità. I lavoratori furono buttati sul lastrico senza mezzi di sussistenza. Gli storici stimano che il tasso della disoccupazione salì dal 9% nel 1929 al 25% nel 1933. Includendo le famiglie dei disoccupati, 30 milioni di persone erano coinvolte, su una popolazione di 122 milioni. Più della metà dei lavoratori che avevano un impiego lavoravano a tempo parziale. Quelli che lavoravano subivano, oltre al tempo parziale, riduzioni del salario orario. Quelli più toccati furono i lavoratori agricoli per i quali si stima che i salari caddero del 50%. Tra i 1930 e il 1931 il salario dei lavoratori dell'industria fu ridotto del 9% e quello dei minatori di carbone del 16%.

Tra diminuzione del salario e disoccupazione, il reddito totale della classe operaia fu fortemente colpito. Il reddito totale dei lavoratori dell'automobile nel 1932 raggiungeva solo il 38% di quello del 1929. Le altre industrie subivano riduzioni di reddito simili. In una città industriale come Birmingham nell'Alabama, in un collegio elettorale di 108 000 salariati, solo 8000 disponevano del loro reddito normale.

Anche se fu terribile, la Grande Depressione non rappresentava niente di nuovo. Una buona parte della popolazione americana già soffriva di ciò che alcuni storici chiamano la "vecchia povertà". Almeno un terzo della popolazione, più di 40 milioni -quelli "mal vestiti, mal nutriti e viventi in case brutte" a cui Roosevelt faceva riferimento in un famoso discorso del 1937- erano già indigenti ben prima della Grande Depressione. Vi era inclusa quasi tutta la popolazione nera, una gran parte della popolazione bianca del sud e la maggior parte delle persone anziane. Durante gli anni venti, settori importanti dell'economia erano stati in crisi, tra gli altri l'agricoltura e le industrie tradizionali quali le miniere e il tessile.

La Grande Depressione fece peggiorare una povertà cronica e endemica già esistente. Nei quartieri poveri delle grandi città e nelle piccole città rurali e minerarie, la malnutrizione aumentò, così come la tubercolosi, la difterite e la pellagra. Milioni di persone furono costrette a vivere sotto la tenda o in baracche di fortuna spesso chiamate "Hoovervilles" (le città di Hoover, presidente dal 1929 al 1933).

Non era in causa la capacità di produrre, bensì il sistema economico che si era guastato. Mentre i disoccupati portavano vestiti usati fino alla trama, i fittavoli non riuscivano più a vendere il cotone. Mentre i bambini faticavano ad andare a scuola con scarpe dalle suole di cartone, le fabbriche di scarpe di Lynn e Brockton nel Massachussets dovevano chiudere sei mesi all'anno. Mentre la gente mancava di cibo le raccolte marcivano nelle campagne. I ranchers dell'ovest, non riuscendo a vendere le loro pecore e a nutrirle, le sgozzavano e buttavano le spoglie nei canyons. Negli Stati delle pianure (gli Stati del centro degli Stati Uniti) la gente sotto la soglia della povertà faceva manifestazioni sotto i silos riempiti di grano. Così la miseria e l'indigenza crescevano in modo esponenziale nel bel mezzo della sovrabbondanza.

LO SCACCO DEL GOVERNO HOOVER

Al contrario di una visione frequente, il governo Hoover provò a far fronte al crac borsistico e al crollo dell'economia. La Federal Reserve (Banca centrale federale degli Stati Uniti) aumentò i prestiti d'emergenza alle banche. Hoover provò ad istituire una concertazione tra il governo e le imprese per coordinare gli sforzi mirando a fermare il crollo. Il Federal Farm Board, istituzione federale incaricata delle questioni agricole, provò a sostenere i prezzi agricoli, riacquistando la produzione in eccedenza. Hoover provò ad aiutare il settore edilizio incoraggiando l'intensificazione dei programmi di lavori pubblici per strade, ponti ed edifici pubblici. Quando la situazione economica si aggravò il governo istituì la società finanziaria di ricostruzione (Reconstruction Finance Corporation o RFC) che faceva prestiti agli Stati federati per l'attuazione di lavori pubblici, ed anche alle banche private, alle ferrovie e alle società di credito agricolo. Hoover lanciò il Federal Home Loan Bank System, un sistema federale di prestiti ipotecari, per agevolare l'acquisto delle case. Queste misure non ebbero nessun effetto per arginare la crisi.

A questo bisogna aggiungere le misure protezionistiche che miravano a proteggere l'economia americana dalle ripercussioni della crisi economica internazionale. Ci fu, tra l'altro, la famosa tariffa Smoot-Harley che Hoover inserì in una legge nel 1930 e che non fece altro che facilitare le misure di rappresaglie da parte degli altri governi, riducendo così in modo radicale il commercio mondiale e gli investimenti internazionali, aggravando ancora la depressione.

Peggio ancora, il governo non fece niente per aiutare quelli che erano più toccati dalla depressione. L'aiuto ai poveri era tradizionalmente sotto la responsabilità degli Stati federati, dei poteri locali e delle organizzazioni locali di carità. Anche se le autorità locali e i padroni aumentavano questi aiuti, tutto ciò rimaneva trascurabile. Così, per la città di New York l'ammontare degli aiuti sociali salì da nove milioni di dollari nel 1930 a 58 milioni nel 1938 e i doni di carità delle opere di beneficenza furono moltiplicati per cinque. Ma tutto questo rappresentava un solo mese di salario per gli 800 000 newyorkesi disoccupati. E la situazione era ben peggiore in altre grandi città, per non parlare delle piccole città e delle zone rurali per cui non c'era quasi nessuno aiuto sociale o opera di beneficenza.

Hoover divenne allora il simbolo della Grande Depressione. C'erano le "Hoovervilles", ci fu l'"Hoover salute" (il saluto alla Hoover) che consisteva nel rovesciare le tasche vuote. Quando questi si lanciò nella campagna presidenziale del 1932, lui e la sua cerchia furono spesso accolti da fischi e bombardati con legumi e frutta marcia. Hoover non poteva più avventurarsi fuori dalla Casa Bianca senza una scorta straordinaria e rafforzata dei servizi segreti per proteggerlo da una popolazione arrabbiata e disperata.

IL PRIMO NEW DEAL IN AIUTO ALLA PROPRIETÀ PRIVATA

Appena eletto, sembrò che Roosevelt attaccasse il "big business". Nel suo discorso inaugurale del 4 marzo 1933 coprì di invettive "gli affaristi che hanno abbandonato il loro piedestallo eretto nel tempio della civiltà". Promise allora "di ricostruire il tempio sulle antiche verità" e "di far fronte all'emergenza della situazione con tutti i mezzi messi a disposizione dalla sua funzione e di combattere come se gli Stati Uniti fossero di fronte all'invasione di un nemico straniero".

Tutti quelli che speravano che tale retorica biblica significasse che Roosevelt stesse per "buttare gli affaristi fuori dal tempio" sbagliavano di grosso.

La prima misura del New Deal mirava a risolvere la crisi bancaria. Alla fine del 1932, 5200 banche commerciali erano fallite, più di una su cinque. Quasi tutte le banche erano chiuse nella primavera del 1933. Infatti la maggior parte delle istituzioni ancora aperte erano in rotta. I prestiti bancari non venivano più rimborsati. E le banche non erano più in grado di fornire crediti. Il sistema bancario nel suo complesso era praticamente congelato.

La legislazione bancaria di emergenza di Roosevelt estendeva l'assistenza finanziaria dello Stato alle banche private perché potessero aprire di nuovo. La legge permetteva alla Compagnia Finanziaria di Ricostruzione (La RFC istituita da Hoover) di riacquistare delle azioni bancarie privilegiate, estendeva le capacità di emissione monetaria della Riserva federale e autorizzava la riapertura delle banche sotto lo stretto controllo dello Stato. Era una misura perfettamente conservatrice che era stata in maggior parte dettata dai banchieri privati e da alti responsabili del governo Hoover tra cui il sottosegretario al Tesoro Arthur Ballantine, che rimase in funzione sotto Roosevelt. Il sostegno dello Stato rese possibile la riapertura delle banche e gli stessi banchieri furono rimessi in sella pur di sottoscrivere le "verità antiche" di Roosevelt sul modo di fare soldi.

Tre mesi dopo, il congresso fece passare una legge relativa ai detentori di un prestito immobiliare, il Home Owners Loan Act (HOLA) che organizzava più il salvataggio del settore immobiliare e finanziario che non quello dei proprietari di una casa. Senza dover modificare l'ammontare delle loro credenziali le banche potevano cambiare i loro titoli ipotecari marci con buoni del Tesoro garantiti dallo Stato. La legge non accordò alcun aiuto ai piccoli proprietari che erano disoccupati e rese possibili le requisizioni di beni ipotecati più di quanto si potesse fare nel peggiore dei melodrammi .

Altre leggi seguirono per soccorrere gli altri settori dell'economia, dettate dalle grandi imprese dei settori coinvolti. Una legge quadro per risolvere la crisi agricola (Agricultural Adjustment Act o AAA) mirava a fare crescere i prezzi dei prodotti agricoli limitando la produzione e pagando gli agricoltori perché non producessero. Poiché queste sovvenzioni dipendevano direttamente dal numero di acri, i più grossi agricoltori ebbero la parte del leone relativamente ai vantaggi forniti da questa legge. I piccoli ebbero molto poco e i fittavoli e i mezzadri che non possedevano terra non ebbero diritto a niente. Di più, imponendo che i terreni fossero messi a maggese, la legge li espelleva dalle terre.

Per fare fronte alla crisi del settore industriale privato, Roosevelt fece passare una legge di rilancio industriale nazionale (National Industrial Recovery Act o NIRA). Questa legge fu scritta sotto l'influenza di dirigenti aziendali come Gerard Swope della General Electric et Henry I. Harriman della camera di commercio americana. Così veniva codificato una partnership Stato-imprese che Hoover aveva cercato di promuovere con la supervisione del governo su un vasto processo di cartellizzazione. Le leggi anti-trusts furono sospese. Le più grandi imprese si condivisero i settori e i mercati. Fissarono i prezzi e i salari e eliminarono le imprese più piccole.

Queste due leggi, la AAA e la NIRA, miravano ad accrescere i profitti della borghesia agricola ed industriale. Le più grandi imprese venivano incoraggiate a negoziare una specie di patto di non aggressione nel quale si accordavano sul fatto di non farsi concorrenza con l'abbassare i prezzi, riducendo invece la produzione e aumentando i prezzi.

La politica finanziaria internazionale di Roosevelt fu anche lanciata durante i primi cento giorni del suo governo. Sotto Roosevelt il governo svalutò il dollaro, fece gonfiare la massa monetaria e fece uscire il dollaro dal sistema del tallone oro. Così il governo non soltanto poteva rimborsare i suoi debiti con dollari a buon mercato, ma così facendo permetteva alle esportazioni degli USA di essere più competitive rispetto alla concorrenza internazionale. Quando le grandi potenze europee vollero organizzare una conferenza a Londra nel giugno 1933 per provare a stabilizzare le principali monete e per rilanciare il commercio internazionale, Roosevelt rifiutò di parteciparvi. Questo non solo fece fallire la conferenza, ma inasprì la guerra economica globale che fu il preludio alla seconda guerra mondiale.

I LAVORI PUBBLICI PER I CAPITALISTI

Alla fine il governo lanciò vasti programmi di lavori pubblici, intervenendo per realizzare ciò che i capitalisti stessi non avevano fatto durante i decenni precedenti.

Buona parte delle infrastrutture degli Stati Uniti risalivano all'Ottocento: strade non asfaltate, ponti traballanti, distribuzione e potabilizzazione dell'acqua inadeguata o inesistente, parchi nazionali e foreste danneggiati dalla deforestazione e dall'erosione, assenza di sistema di prevenzione e di gestione delle inondazioni in intere regioni del paese. Mentre le città disponevano dell'elettricità, la maggior parte delle campagne rimanevano al buio, lasciando l'80% della popolazione rurale senza elettricità.

Una delle prime misure del New Deal fu la creazione della Tennessee Valley Authority, la TVA. Il fiume Tennessee attraversava sette Stati del sud, regione povera e sottosviluppata. Nel 1933, più del 30% della popolazione era colpita dalla malaria e il reddito annuo era solo di 639 $, mentre certe famiglie sopravvivevano solo con 100 $ all'anno. La maggior parte delle terre erano state coltivate in modo troppo intenso e da troppo tempo, erodendole ed impoverendole. Le raccolte erano cadute con i redditi degli agricoltori. Il miglior legno era già stato tagliato. Nel Mississipi, solo una fattoria su 100 aveva accesso all'elettricità. La TVA stava per costruire parecchi sbarramenti multifunzionali che avrebbero fatto da serbatoio per controllare le inondazioni e anche per produrre un'energia idroelettrica a buon mercato. La TVA, che diventava una società pubblica, stava per produrre dei concimi, scavare un canale di derivazione di 650 miglia da Knoxville a Paducah, ed incaricarsi della conservazione del suolo e della riforestazione. La TVA, con la sua elettricità a buon mercato, attrasse nuove industrie nella regione.

Un esercito di ingegneri costruì sul fiume Columbia lo sbarramento di Grand Coulee il cui bacino si estese su più di 200 km e produsse una quantità di energia che permise l'industrializzazione della regione del Pacifico nord-occidentale. Lo sbarramento rese possibile la valorizzazione di 500 000 ettari di terra per l'agricoltura.

L'organismo civile di protezione della natura, il Civilian Conservation Corps (CCC) utilizzò numerosi giovani disoccupati delle grandi città per costruire parchi e piantare alberi. Così, sotto la direzione del CCC, 3 miliardi di alberi furono piantati dal 1933 al 1942. Questo fu determinante inanzitutto per gli Stati che erano stati colpiti dal Dust Bowl, il fenomeno climatico di una tempesta di sabbia venuta dal deserto del sud che aveva devastato migliaia di fattorie del sud e del midwest degli Stati Uniti, evocato nel romanzo Furore di John Steinbeck. Lì la riforestazione era necessaria per fermare il vento, mantenere l'acqua nelle terre ed evitare l'erosione. Il CCC fu all'origine di più della metà dello sforzo di riforestazione -sia pubblico sia privato- messo in atto durante la storia del paese.

Il più importante programma di lavori pubblici fu attuato dalla Works Progress Administration (WPA), incaricata di costruire il Triborough Bridge e la galleria Lincoln in New York, il porto di San Francisco Bay, lo sbarramento Hoover e l'aeroporto nazionale di Washington (oggi ribattezzato Ronald Reagan). La WPA costruì il porto di Brownsville nel Texas e pianificò la regolazione delle rive della Sant'Antonio River. Realizzò il collegamento tra Key West e la Florida continentale e fece passare l'autostrada costiera dell'Oregon al di sopra dei fiumi. Complessivamente la WPA costruì 78 000 ponti e viadotti e ne rafforzò 46 000 altri. Sviluppò 572 000 miglia di strade nelle campagne (più di 900 000 km) e 60 000 miglia nelle città (più di 100 000 km). Costruì o rinnovò anche 39 000 scuole, 2500 ospedali e 12 800 terreni ad uso sportivo.

Per venire in aiuto alla borghesia rilanciando alcuni settori della produzione in sfacelo, lo Stato intervenne col denaro dei contribuenti investendo nelle infrastrutture che la borghesia non aveva, o aveva insufficientemente sviluppato.

CONDIZIONI DI LAVORO PEGGIORATE

Tutti questi programmi di lavori pubblici non avevano però fatto diminuire il tasso di disoccupazione e non avevano migliorato la situazione della classe operaia. I programmi governativi avevano potuto impiegare in certi momenti milioni di lavoratori licenziati dal settore privato. Ma anche quando raggiunsero il loro massimo sviluppo, questi programmi di lavori pubblici impiegarono solo una piccolissima parte dei disoccupati. Di più, i programmi erano concepiti in modo da mantenere bassi i salari nel settore privato. Così, ogni lavoratore che rifiutava un lavoro nel settore privato non poteva essere assunto dalla WPA. Di più, i salari offerti nell'ambito di questi programmi erano salari minimi, ed erano ancora più bassi nelle regioni più povere, mantenendo così aree di bassi salari di cui approfittava la borghesia. Le assunzioni furono organizzate secondo le regole di segregazione razziale della Jim Crow (un nome emblematico dell'insieme delle leggi di discriminazione razziale istituite alla fine dell'Ottocento nei confronti della popolazione nera in tutta una serie di Stati degli USA). A questo bisogna aggiungere condizioni di lavoro difficili e orari lunghissimi. La famosa rivista The Nation li chiamava "gruppi di galeotti federali". Infine i programmi venivano controllati da satrapi politici locali che li dirigevano come una macchina clientelare per consolidare ed estendere il loro potere. Uno degli esempi peggiori di questo tipo di clientelismo fu il New Jersey dove tutti quelli che lavoravano per la WPA dovevano dare un pizzo del 3% all'apparato politico di Frank Hague del Partito Democratico.

L'amministrazione Roosevelt non fece praticamente nulla per estendere la copertura sociale al resto dei disoccupati. L'amministrazione federale incaricata degli aiuti sociali di emergenza (Federal Emergency Relief Administration o FERA), controllata dal luogotenente di Roosevelt Harry Hopkins, rappresentava un'estensione dello sforzo in materia di aiuti sociali ai disoccupati della RFC, la società finanziaria di ricostruzione istituita da Herbert Hoover e dal Congresso americano nel 1932. Essa avrebbe dovuto fornire agli Stati federati e ai poteri locali mezzi finanziari supplementari per estendere gli aiuti sociali ai disoccupati, ma le somme distribuite erano irrisorie. Durante il primo anno la FERA sborsò quasi mezzo miliardo di dollari per i quindici milioni di disoccupati, il che rappresentava mediamente la somma ridicola di 33 $ a persona e per anno.

Parallelamente il governo lanciò altri attacchi. Una delle prime leggi del New Deal diede a Roosevelt il potere di ridurre di 500 milioni di dollari le pensioni degli ex-combattenti e lo stipendio dei funzionari federali, riducendoli così della metà! Questo fu fatto col pretesto di essere "fiscalmente responsabile". In altri termini la popolazione lavoratrice pagava per i programmi costosi che servivano gli interessi di Wall street e della classe capitalista.

In realtà Roosevelt, come i padroni privati, utilizzava la crisi per abbassare il costo del lavoro. In nessun modo il New Deal è stata una tregua o a posto fine alla guerra che la borghesia faceva ai lavoratori.

IL GOVERNO DI FRONTE ALL'ESPLOSIONE SOCIALE

La popolazione lavoratrice e i poveri risposero in vari modi agli attacchi della borghesia e dello Stato.

Nel primo periodo della crisi le reazioni erano state isolate e poco organizzate, riflettendo in questo modo il profondo livello di disperazione. Tra queste reazioni si possono elencare le marce della fame, gli sforzi collettivi per impedire le requisizioni di case e di fattorie o il recupero di cibo e di petrolio nei depositi e nelle imprese. Nel Sud i fittavoli e mezzadri espulsi dalle terre si organizzarono in associazioni quali il Sindacato dei Fittavoli del sud, che spesso sfidavano le leggi razziste raggruppando fittavoli neri e bianchi. Alcune di queste battaglie furono vittoriose, ma più spesso i lavoratori furono sconfitti dal terrore organizzato della polizia o dei vigili privati. Così, durante la marcia per la fame della Ford nel 1932, 4000 lavoratori disoccupati dei dintorni di Detroit manifestarono dal centro città verso la fabbrica Ford di River Rouge per esigere lavoro. Furono accolti dalla polizia di Deaborn e dall'esercito privato di Henry Ford che li mitragliarono uccidendo cinque lavoratori e ferendone più di una ventina.

La marcia del Premio del 1932 fu probabilmente una delle più famose di queste manifestazioni dei primi tempi della crisi. Raggruppò ventimila ex-combattenti che manifestarono con le famiglie a Washington. Nel 1924 il Congresso aveva promesso un premio ai combattenti della prima guerra mondiale, ma il suo pagamento fu rimandato al 1945. Gli ex-combattenti manifestarono per esigere il pagamento immediato. La manifestazione cominciò con gli ex-combattenti disoccupati e i senza-reddito di Portland nell'Oregon che attraversarono così tutto il paese. Man mano che la notizia si diffondeva migliaia d'altri li raggiungevano. I veterani e le famiglie campeggiavano vicino al Capitolo, la sede del Congresso in Washington, aspettandone la risposta. Quando seppero che il Congresso li ignorava, la maggior parte dei veterani rifiutarono di partire. Fu dato ordine all'esercito di respingerli con le baionette in canna e lanciando lacrimogeni, poi di bruciare il loro accampamento.

Il governo democratico di Roosevelt prendeva le distanze dal governo repubblicano di Hoover corteggiando ufficialmente i dirigenti sindacali, con la pretesa che il New Deal fosse una partnership tra il governo, il settore privato e i sindacati al fine di ottenere il sostegno di questi ultimi per le regole di controllo dei prezzi e dei salari elaborate dall'organismo incaricato di attuare la NIRA, la legge di rilancio industriale (National Recovery Administration o NRA). La NRA fece la promessa simbolica che tutti i lavoratori dell'industria avrebbero potuto "organizzarsi e negoziare collettivamente tramite rappresentanti di propria scelta" come veniva indicato dalla famosa sezione 7A della NIRA. La NRA istituì anche numerose "commissioni del lavoro" che si presumeva dovessero "aiutare" i lavoratori a costituire sindacati.

Numerosi dirigenti sindacali dichiararono che questo segnava un cambiamento storico e che Roosevelt e il New Deal si erano schierati dalla loro parte. Sembrava che Roosevelt lo confermasse nei suoi discorsi: "questa legge dà ai lavoratori di questo paese dei diritti che non si potranno più togliere e nessuno potrà attaccarli". Ma c'era una trappola quando Roosevelt dichiarava: "ormai nessuna violenza è necessaria per ottenere questi diritti... Tale principio, che si applica al datore di lavoro, si applica anche ai lavoratori e vi chiedo, a voi lavoratori, di collaborare nello stesso spirito".

Questo era solo politichese, così come la NRA e le sue commissioni di lavoro non erano altro che una burocrazia destinata a rallentare e a sviare l'organizzazione di sindacati. Molto presto, alcuni sindacalisti chiamarono con amarezza la NRA il "National Run Around" (gioco di parole che significa : quelli che si defilano a livello nazionale - Ndt).

Ci fu un repentino aumento del numero degli scioperi che salì da 841 nel 1932 a 1695 nel 1933, l'anno in cui Roosevelt assunse le sue funzioni. In modo ancora più spettacolare, il numero degli scioperanti quadruplicò passando da 324000 a 1168000. Numerosi scioperi misero in discussione le diminuzioni di salari che gli industriali provavano ad imporre sotto il patrocinio della NRA di Roosevelt e delle sue "clausole al merito" discriminatorie che i padroni utilizzavano per licenziare, imporre condizioni di lavoro più dure ed accelerare i ritmi di lavoro.

Quando i lavoratori entravano in sciopero, le imprese e il governo la facevano finita con questi simulacri e rispondevano con una rabbia violentissima. Nel suo resoconto di sei mesi di New Deal dal 1° luglio 1933 al 1° gennaio 1934, l'American Civil Liberties Union (Associazione americana dei diritti civili) accusava: "in nessun periodo ci furono tante violazioni generalizzate dei diritti dei lavoratori con procedimenti di ingiunzione, soldati, polizie private, sherifs e collaboratori, confidenti di polizia e vigili. Più di quindici scioperanti sono stati uccisi, 200 feriti e centinaia arrestati dal 1° luglio. Più di quaranta procedimenti di ingiunzione maggiore sono stati lanciati. L'esercito è stato inviato in mezza dozzina di quartieri in sciopero. Delle accuse criminali sono utilizzate contro dirigenti attivi negli scioperi".

1934 : GLI SCIOPERI GENERALI

Nonostante tutto il movimento si amplificò. L'anno successivo, il 1934, segnò un'avanzata massiccia con quattro scioperi importanti. Quello maggiore fu lo sciopero generale del Tessile, indetto dall'United Textile Workers (UTW, sindacato unificato tessili). Tra il febbraio del 1933 e il giugno del 1934 si sviluppò in modo spettacolare passando da 25 000 a 250 000 tesserati. Nei mesi prima dello sciopero generale i lavoratori avevano già organizzato piccoli scioperi locali, che spinsero la direzione nazionale a chiamare allo sciopero generale. Questo si estese a macchia d'olio, spesso mediante picchetti di sciopero volanti che andavano da una fabbrica all'altra, con camion o a piedi, per chiamare i lavoratori a fare sciopero. In una settimana lo sciopero si estese a 400 000 lavoratori in venti stati, dalla Nuova Inghilterra al Piedmont meridionale, nelle grandi città come nelle piccole, paralizzando tutta l'industria del tessile. Nel Sud lo sciopero riuniva neri e bianchi, sfidando le leggi Jim Crow e il Ku Klux Klan. Gli operai fronteggiarono i poliziotti, decine di migliaia di soldati della Guardia Nazionale e i sicari delle aziende che arrestavano massicciamente i lavoratori dei picchetti di sciopero e provavano ad affogare lo sciopero nel sangue. Dopo sedici giorni lo sciopero fu sconfitto. Ma questo non toglie che era stato lo sciopero più importante dal 1877 ed aveva avuto molte somiglianze con gli scioperi insurrezionali del 1877.

Uno sciopero generale riuscì a paralizzare anche San Francisco. Lo sciopero cominciò quando da 10 000 a 15 000 portuali provarono a costituire un sindacato. Ogni giorno e per settimane i lavoratori lottarono contro i poliziotti e i sicari dei padroni. Lo sciopero si estese allora agli altri lavoratori del porto di San Francisco, specialmente ai marinai e agli addetti alla movimentazione, e anche ad altri porti della costa ovest. Dopo che la polizia ebbe aperto il fuoco contro una manifestazione, facendo due morti e parecchie centinaia di feriti, la legge marziale venne proclamata e la Guardia Nazionale fu chiamata in rinforzo. I lavoratori risposero con uno sciopero generale di quattro giorni coinvolgendo più di 150 000 persone non solo nelle grandi imprese ma anche tra i parrucchieri, le lavanderie, i cinema e i ristoranti. Le autostrade furono bloccate e tutte le entrate di merci furono fermate. I lavoratori furono cacciati militarmente dalle strade e la borghesia provò a guadagnare tempo. Ma l'immensa potenza dello sciopero finì col costringerla a fare concessioni importanti. I sindacati ricevettero un forte impulso e si estesero in tutti i porti della costa ovest così come della costa est.

Alcuni degli scioperi del 1934 furono vittorie totali. A Toledo, nell'Ohio, gli scioperanti dell'indotto auto furono raggiunti dai disoccupati. Combatterono una grande battaglia per più di otto giorni contro i poliziotti e la Guardia Nazionale aiutata da carri armati e da artiglieria. Alla fine le imprese e il governo mollarono, accettando l'esistenza di un sindacato e fornendo così un primo punto d'appoggio per estendere il sindacalismo di massa all'insieme dell'industria automobile.

A Minneapolis, nel Minnesota, uno sciopero dei trasportatori di carbone si estese ai camionisti e agli addetti alla movimentazione in tutta la città. Nel corso di sette mesi questi lavoratori scioperarono a quattro riprese, ogni volta più numerosi, meglio organizzati e più militanti. Quando i sicari dei padroni e i poliziotti assassinarono due scioperanti, il governatore chiamò la Guardia Nazionale e decretò la legge marziale. Ma anche lì i lavoratori non indietreggiarono e costrinsero i padroni locali a riconoscere i sindacati, questa volta per i teamsters (i camionisti). Questa vittoria aprì gli Stati delle pianure del Nord ai sindacalisti.

In tutto il paese gli scioperi diventavano più militanti, i lavoratori sfidavano le forze dell'ordine, compresi la Guardia nazionale e i carri armati. Una guerra civile era in gestazione.

Nel fine settimana coincidente con la festa del lavoro del 1934, in un articolo di una pagina intera, il New York Times poneva il problema per la borghesia e il governo: "che cosa si può fare per fermare gli scioperi? Non è un problema nuovo, ma nel 1934 è un problema che si pone come mai prima...". In altri termini, come poteva il governo Roosevelt ristabilire la "pace sociale"?

IL SECONDO NEW DEAL

Il movimento operaio aveva modificato i rapporti di forza. I padroni e il governo non potevano più imporre i loro ordini ai lavoratori come desideravano. Cercando di guadagnare tempo e rallentare il movimento, il governo Roosevelt presentò un nuovo pacchetto di riforme nel 1935, il secondo New Deal.

La prima riforma fu la legge sulla previdenza sociale (Social Security Act), una legge quadro che prevedeva l'istituzione di un sistema nazionale di pensioni di vecchiaia, assegni per le vedove, assegni di disoccupazione e un aiuto finanziario alle famiglie con bambini a carica.

Questa legge rappresentò una concessione storica. Per la prima volta il governo era stato costretto a concedere non solo aiuti sociali ma il diritto a questi aiuti sociali. Prometteva di fornire una sicurezza, una tutela sociale, in modo che almeno la gente non crepasse di fame.

Tuttavia questa legge aveva gravi limiti. Il personale domestico e gli operai agricoli non avevano diritto alla pensione di vecchiaia, e neanche la maggior parte dei neri. Di più, le pensioni di vecchiaia della previdenza sociale americana venivano finanziate da un fondo particolare, basato sul principio di una specie di assicurazione privata, in modo da limitare la crescita degli assegni. Un'imposta forfettaria, quindi molto regressiva, andava trattenuta sul salario sin dal primo dollaro. Quanto alle prime pensioni di vecchiaia, esse sarebbero state erogate solo dopo cinque anni, il che significava che il governo poteva conservare l'insieme delle tasse percepite senza dover sborsare niente nei primi anni. Era un modo subdolo per il governo di accrescere il reddito a sua disposizione.

Le altre parti di questa legge erano ugualmente restrittive. Gli assegni di disoccupazione, ad esempio, non venivano fissati secondo criteri nazionali, bensì al livello degli Stati federati e venivano finanziati dai governi degli Stati federati e dallo Stato federale. Infatti questo permetteva negli Stati a bassi salari di offrire assegni di disoccupazione ben al di sotto della media. Quando il diritto agli assegni cessava, di solito dopo quindici settimane, la legge non offriva nessun altro aiuto sociale tranne, forse, un impiego a bassissimo salario nell'ambito della WPA.

Questi piccoli assegni che il governo integrava miravano, ovviamente, a rallentare e disorientare la mobilitazione crescente della classe operaia che poco prima aveva imposto tali concessioni.

La seconda grande riforma di questo secondo New Deal fu la legge nazionale sulle relazioni sociali (National Labor Relations Act) presentata dal senatore di New York Robert Wagner Sr. Nel maggio 1935 la Corte suprema ha aveva deciso all'unanimità di abrogare la NIRA che includeva la sezione 7A, un riconoscimento simbolico, da parte del governo, del diritto di "negoziazione collettiva" per i sindacati. Quasi subito dopo, il Congresso votò la legge sulle relazioni sociali che ripristinava le disposizioni della sezione 7A e proponeva di istituire una commissione nazionale delle relazioni sociali col potere di decidere sull'eventuale riconoscimento di un sindacato organizzato dai lavoratori. Questa commissione avrebbe anche giudicato se un'impresa avesse attuato "pratiche sleali in materia di lavoro". In altri termini questa commissione mirava ad impedire gli scioperi con ogni mezzo.

IL TURNO DELLA BORGHESIA

Il sostegno del Congresso alla legge del 1935 sulle relazioni sociali fu massiccio: il Senato votò a favore con 63 voti contro 12. Ma la nuova legge venne contestata dall'Associazione nazionale degli industriali (National Association of Manufacturers), il che dimostrava che una parte importante della borghesia respingeva numerosi aspetti della politica di Roosevelt. Questi padroni diffidavano di ciò che consideravano come un intervento crescente del governo. Ma volevano anche che il governo agisse ben più duramente contro la minaccia di sindacalizzazione dei loro salariati. La famiglia Du Pont, che controllava la General Motors, e i dirigenti conservatori dei partiti Democratico e Repubblicano, tra cui Al Smith, vecchio sostenitore di Roosevelt, diedero vita all'American Liberty League in aperta opposizione al governo Roosevelt, col pretesto di "preservare la Costituzione", e "la proprietà privata", nonché di "opporsi al radicalismo".

Nel 1936 e il 1937, tuttavia, il movimento operaio continuò a crescere, con scioperi e occupazioni di fabbriche che cominciarono nel settore della gomma e culminarono nell'automobile. La General Motors, controllata da quella stessa famiglia Du Pont che si era opposta alla politica di Roosevelt, era colpita dagli scioperi con occupazione. Incapace di sconfiggere gli scioperi, la GM cambiò strategia e accettò di "concedere" il riconoscimento del sindacato. Ma essa rifiutò di negoziare con i veri dirigenti dello sciopero. Venne invece scelto John L. Lewis, colui che fu a lungo il dirigente del sindacato dei minatori, per firmare un accordo alle spalle dei lavoratori.

Una parte importante della borghesia USA abbandonò la sua strategia di opposizione sistematica ai sindacati perché aveva capito quali vantaggi si potevano ottenere da ciò che Roosevelt aveva istituito, cioè una politica che permetteva di individuare i dirigenti sindacali con cui si poteva collaborare. Questo cambiamento fu confermato immediatamente dopo l'accordo alla GM, quando la US Steel, di gran lunga la prima impresa siderurgica del paese, accettò, senza che occorresse nemmeno uno sciopero, di riconoscere come sindacato il vecchio apparato sindacale dell'United Mine Workers di Lewis. Questo apparato era stato ricostituito sotto il nome di comitato d'organizzazione dei lavoratori dell'acciaio, imponendo così, sin dall'inizio, una burocrazia sindacale ai lavoratori della siderurgia.

Quattro anni dopo, questa politica si estese dopo che uno sciopero massiccio ebbe fermato il sito industriale di River Rouge di Henry Ford, che impiegava quasi 80 000 lavoratori a Dearborn nel Michigan, il feudo stesso di Ford. Incapace di farla finita con lo sciopero, Ford "propose" di riconoscere il sindacato, ma solo a patto che i lavoratori accettassero di partecipare ad un voto organizzato dal governo. L'idea che i lavoratori non potessero organizzarsi senza ottenere prima l'autorizzazione dello Stato veniva così incisa nella pietra.

Nel 1940 Trotsky caratterizzava tale fenomeno come "la degenerazione delle organizzazioni sindacali moderne... che si avvicinano al potere di Stato e crescono con esso". Dedicò un'attenzione particolare ai movimenti di sciopero negli Stati Uniti e alla formazione dei nuovi sindacati. "Negli Stati Uniti il movimento sindacale ha attraversato il periodo più movimentato di questi ultimi anni. L'ascesa della potenza del CIO è la prova inconfondibile delle tendenze rivoluzionarie in seno alle masse operaie. Ciò che è rivelatore e bisogna sottolineare, è il fatto che appena fondata, la nuova organizzazione sindacale "estremista" è caduta sotto il pugno di ferro dello Stato imperialista".

Non appena i lavoratori ebbero costruito i loro sindacati contro l'opposizione delle imprese e dello Stato, i dirigenti di questi sindacati si integravano mediante una partnership con le imprese e lo Stato. Questa partnership arginò e incanalò le battaglie delle organizzazioni militanti con la promessa che le imprese e il governo sarebbero stati "convinti" a diventare più "ragionevoli", difendendo l'idea che fosse ormai possibile avere il governo dalla propria parte e che tra i politici più altolocati c'erano dei presunti "amici dei lavoratori" che non bisognava "alienarsi" spingendo le lotte dei lavoratori troppo avanti.

IL BILANCIO

Ovviamente, questo New Deal con la sua burocrazia sindacale non pose termine agli attacchi contro la classe operaia e i suoi militanti. Al contrario, questi proseguirono col pretesto della caccia anticomunista alle streghe . Nel 1938, la nuova commissione della Camera dei Rappresentanti per le inchieste sulle attività antiamericane diretta da un membro del Congresso, un democratico texano dal nome Martin Dies, indagò sul CIO, presentato come un vivaio della sedizione comunista. Due anni dopo, Roosevelt firmava lo Smith Act, per il quale chi non aveva la nazionalità americana doveva farsi registrare presso le autorità dello Stato e ogni persona che fosse dichiarata colpevole di difendere idee comuniste poteva essere indagata per minaccia alla sicurezza nazionale. Queste leggi bersagliavano le organizzazioni operaie poiché gran parte degli organizzatori sindacali erano comunisti di questa o quella organizzazione.

Il governo continuò a stroncare gli scioperi. Nel 1941 il governo di Roosevelt giunse ad inviare le truppe federali per porre fine ad uno sciopero dei lavoratori dell'aeronautica alla North American Aviation di Los Angeles. Uno dei dirigenti di questo sciopero era Wyndham Mortimer, un membro del partito comunista che era stato tra i primi sindacalisti dell'UAW, sindacato dell'automobile americano presente in parecchie fabbriche della General Motors nel Michigan e nell'Ohio. Più tardi, nello stesso anno, il governo fece ricorso allo Smith Act per promuovere un'azione giudiziaria e imprigionare i dirigenti del Socialist Workers Party (SWP) e quelli che si erano alleati con loro nel sindacato dei Teamsters, che avevano diretto gli scioperi di Minneapolis del 1934 ed erano riusciti ad organizzare i camionisti "lunga percorrenza" negli Stati della pianura del nord.

Ciò che fu conosciuto come la caccia alle streghe di Mac Carthy non cominciò con questo conservatore repubblicano degli anni 50, bensì col liberal-democratico Roosevelt alla fine degli anni trenta.

I programmi del New Deal non riuscirono a sconfiggere la Grande Depressione. Ci fu chiaramente una ripresa economica parziale tra il 1930 e l'inizio del 1937, ma fu innanzitutto una ripresa per i profitti delle ditte che passarono da una perdita netta nel 1933 ad un utile netto di 7 miliardi di dollari nel 1937. Nonostante questi profitti le imprese non investirono praticamente niente ed assunsero ancora meno, lasciando il tasso di disoccupazione bloccato a più del 14%.

In tale contesto, nel giugno 1937 Roosevelt ridusse le spese pubbliche e particolarmente quelle destinate ai lavori pubblici. Ridusse il personale del WPA in maniera radicale e soppresse ancora centinaia di migliaia di impieghi pubblici. L'economia crollò. Nell'ottobre 1937 un nuovo panico scosse la Borsa e quest'ultima cadde ancora più rapidamente che non dopo il crac dell'ottobre 1929. Nell'ultimo trimestre dell'anno la produzione dell'acciaio cadde del 75% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente provocando un calo del 40% della produzione industriale. Alla fine dell'inverno più di due milioni di lavoratori avevano ricevuto la lettera di licenziamento, e questo fece salire il tasso di disoccupazione al 20%. In Detroit le liste dei beneficiari di aiuti sociali erano quadruplicate rispetto all'inizio del 1937. Le peggiori condizioni di inizio decennio riapparivano.

Alcuni la chiamarono "recessione Roosevelt". Era una depressione nella depressione.

Solo quando il governo Roosevelt cominciò a spendere somme mai viste nella produzione militare l'economia cominciò a ristabilirsi. In altri termini, l'insieme dei programmi del New Deal, tutti i lavori pubblici, non riuscirono a far uscire l'economia capitalista dalla crisi. La ripresa economica venne solo con la guerra.

Così l'umanità pagò due volte un tributo terribilmente pesante. Una prima volta per il collasso del sistema capitalista durante la Grande Depressione, e una seconda volta, in modo ancora più pesante, per il cosiddetto "rimedio" contro la Grande Depressione, la seconda guerra mondiale.

No, il New Deal di Roosevelt non ha costituito in nessun modo un modello per migliorare la sorte dell'umanità di fronte al funzionamento assurdo del capitalismo.