I risultati di Lutte Ouvrière e quelli della Ligue Communiste Révolutionnaire (Da "Lutte de Classe n° 112 – Aprile 2008)

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I risultati di Lutte Ouvrière e quelli della Ligue Communiste Révolutionnaire
27 marzo 2008

Sia Lutte Ouvrière che la Lega Comunista Rivoluzionaria hanno partecipato alle comunali del 2008 più largamente che a quelle del 2001. Lutte Ouvrière aveva candidati in 188 liste in 168 città (186 liste in Francia stessa e due nell'isola di La Réunion). Sulle 188 liste del 2008, 70 erano liste unitarie in cui candidati di Lutte Ouvrière erano presenti accanto a candidati di altri partiti di sinistra, e 118 erano delle liste di Lutte Ouvrière. Nel 2001 Lutte Ouvrière aveva presentato 129 liste in 111 città.

La Lega Comunista Rivoluzionaria dal canto suo era presente in 186 liste in 165 città, invece di 91 liste nel 2001.

Su queste 186 liste, 78 erano delle liste "LCR 100% a sinistra" e 109 delle liste "unitarie con altre forze", così come lo indica la tabella riepilogativa presentata nel numero di Rouge del 13 marzo 2008.

È difficile paragonare i risultati rispettivi di Lutte Ouvrière e della Lega Comunista Rivoluzionaria poiché né LO, né LCR erano presenti al primo turno solo con proprie liste. Tutt'al più si può paragonare la media dei risultati delle 118 liste di LO con la media dei risultati delle 78 liste LCR. Tale media è stata del 4,33% per le liste LCR e dell'1,92% per le liste LO. I risultati della Lega Comunista Rivoluzionaria rappresentano quindi più del doppio di quelli di Lutte Ouvrière.

L'altro paragone possibile riguarda le 33 città in cui sia Lutte Ouvrière che la Lega Comunista Rivoluzionaria presentavano liste autonome. Anche lì il rapporto è ancora più a vantaggio delle liste LCR (4,32% contro 1,22%). Ovviamente è difficile ragionare partendo da cifre che rimangono modeste da una parte e dall'altra. Il fatto però che LCR abbia praticamente lo stesso risultato, che ci sia o meno una lista di LO, sembra dimostrare che si tratta di due elettorati piuttosto distinti.

Ovviamente bisogna fare questi paragoni con qualche sfumatura perché i risultati non tengono conto delle città in cui Lutte Ouvrière e la Lega Comunista Rivoluzionaria erano presenti su liste unitarie. Questi numeri danno però un'indicazione sull'importanza degli elettorati rispettivi di Lutte Ouvrière e della Lega Comunista Rivoluzionaria.

Nei risultati rispettivi delle due organizzazioni c'è anche da considerare il numero degli eletti. Ma si sa che in ragione del sistema elettorale -e anche a prescindere dalle politiche di alleanza-, il numero degli eletti riflette solo in maniera molto indiretta l'influenza elettorale. Se non c'è secondo turno bisogna avere più del 5% dei voti per partecipare alla ripartizione dei seggi, ma secondo il numero di consiglieri da eleggere si può averne uno col 5,1% e non averne nessuno coll'8 o il 9%. Se ci sono due turni bisogna avere ottenuto più del 10% al primo turno per avere una possibilità di avere un eletto al secondo turno, a meno di operare una fusione della propria lista con un'altra.

Se si tiene conto solo degli eletti rispettivi delle due organizzazioni laddove non erano su liste unitarie, il risultato del primo turno è di 14 eletti LO e 17 eletti LCR.

Quanto al bilancio complessivo, tenendo conto degli eletti per i due turni, la differenza fra le politiche di alleanza rispettive ha una grande importanza. Per fare dei paragoni però, bisogna almeno disporre di un dato elementare di per sé, che è di sapere a quale organizzazione l'eletto(a) si riferisce. E lí sta il problema.

Per Lutte Ouvrière non c'è mistero: abbiamo avuto complessivamente 79 eletti in 66 comuni diversi. Come già indicato ce ne sono 14 sulle liste LO, tutti eletti al primo turno, e 65 su liste unitarie. Nella maggior parte dei casi gli eletti di Lutte Ouvrière erano presenti su queste liste unitarie sin dal primo turno. In un solo caso, la lista unitaria risultava da una fusione di liste fra i due turni (segnaliamo qui i casi particolari di Perpignan e del primo settore di Marsiglia dove i candidati di Lutte Ouvrière presenti al primo turno su liste dirette dal PS, si sono ritirati in seguito all'alleanza di queste liste col MoDem). Questo numero di 79 eletti va paragonato ai 33 eletti del 2001.

Il numero degli eletti appartenenti alla LCR è invece circondato da un polverone.

Senza voler tornare qui sul carattere fantasioso della presentazione fatta da Rouge dei risultati della Lega Comunista Rivoluzionaria all'indomani del primo turno (Lutte Ouvrière del 21 marzo 2008) nondimeno bisogna notare un'altra curiosità elettoral-aritmetica. Secondo i risultati dati da Rouge in due uscite successive, la LCR si attribuiva molti più eletti per il solo primo turno che non per il primo e il secondo turno assieme.

Dopo il primo turno Rouge nel suo numero del 13 marzo attribuiva infatti alla Lega Comunista Rivoluzionaria 73 eletti. Bella cifra, con la precisazione che Rouge metteva nel conto della LCR non solo degli eletti di LO ma anche almeno un eletto del PT, parecchi eletti del PC e addirittura alcuni del PS. Il che era un po'difficile da accettare da parte di un'organizzazione che non voleva avere niente a che vedere con quest'ultimo partito!

Nel numero successivo Rouge se la cavava eludendo la difficoltà. Elogiando l'unità con i collettivi antiliberali, gli "Alterekolos" o sezioni del PC, Rouge concludeva con una bella frase: "in fin dei conti questa unità ci ha consentito di avere 99 eletti, di cui alcuni per Lutte Ouvrière e il Partito dei Lavoratori (PT), una ventina membri del PC, lo stesso numero per l'area alternativa, e una piccola cinquantina per la Lega Comunista Rivoluzionaria. Al nostro livello questa è una vera soddisfazione e un incoraggiamento a proseguire insieme domani".

Il lettore può legittimamente chiedersi: perché la LCR non dà il numero totale dei suoi eletti? Eppure per essa questo dovrebbe essere semplice...

E che viene a significare l'espressione "una piccola cinquantina di eletti"?

Per provare ad ottenere una risposta precisa si possono aggiungere ai 17 che già sono stati eletti al primo turno sulle liste "LCR 100% sinistra", i 20 che sono stati eletti al secondo turno sulle liste sostenute dalla LCR e che, avendo superato il 10%, potevano rimanere in lizza. Il totale così ottenuto, 37, se è giusto, sarebbe infatti "una piccola cinquantina" e addirittura una piccolissima...

Ma da un lato ci sono certamente degli eletti LCR sulle liste unitarie. Quanti? Rouge non lo dice. E dall'altro i 20 eletti del secondo turno non sono tutti della LCR, almeno se si giudica prendendo in esame una di queste, la lista di Saint-Nazaire, che infatti ha quattro eletti, ma nessuno della LCR! Il numero di eletti della LCR rimane quindi il risultato di un'equazione con un grande numero di incognite.

Come abbiamo già avuto modo di indicarlo, questi giri di passe passe fanno tanto più sorridere in quanto i risultati della LCR sono alla pari del risultato di Olivier Besancenot alla presidenziale del 2007, o anche migliori.

Le liste unitarie a cui partecipavano candidati della LCR

109 delle liste sostenute dalla Lega Comunista Rivoluzionaria sono quindi presentate come delle liste unitarie. Unitarie con chi?

Con l'elencare le liste dei suoi alleati locali, il sito della LCR ne cita una cinquantina, dai nomi variegati. Alcuni di questi raggruppamenti si ritrovano alleati con la LCR in parecchie città. Altri, una volta sola. Ci sono una trentina di liste fatte con raggruppamenti che si intitolano "alternativi", una buona decina di "collettivi antiliberali", lo stesso numero di "Alterekolos", o di "Resistere", ai quali bisogna aggiungere dei "motivati(e)", dei "militanti di Utopia", degli "obiettori di crescita", dei "CUAL" (collettivi unitari antiliberali locali), dei "sinistra alter". Ci sono anche le denominazioni locali del tipo "Bagnolet plurale", "collettivo Bové Clichy", "Unione 68", "Carp 37" oppure "MIQPI" (movimento indipendente dei quartieri popolari e dell'immigrazione), e alcune liste presentate in comune con "Emgann", cioè "movimento della sinistra indipendentista" che si presenta sul suo sito Internet come "un movimento nazionalista progressista" che "lotta per l'emancipazione nazionale del popolo bretone". Ci sono anche organizzazioni che si affermano comuniste nella loro denominazione, quali il "coordinamento comunista" a cui bisogna aggiungere i "rossi vivi" cosí come probabilmente "pallone rosso", associate alla Lega Comunista Rivoluzionaria in una decina di liste che indicano come riferimento il fatto di avere sostenuto nel 1988 la candidatura di Pierre Juquin alle elezioni presidenziali (ricordiamo che all'epoca la LCR non solo aveva sostenuto questo dirigente del PCF, oppositore recente, ma di più gli aveva fornito la manodopera per fare campagna). Nel caso di due liste, l'una ad Agen, l'altra a Wattrelos, la LCR sosteneva candidati della frazione Etincelle (scintilla).

Altre etichette coniugano l'espressione "cittadina" sotto varie forme quali "alternativa cittadina", "comitato cittadino", "resistenza cittadina", "energia cittadina", "cittadini di sinistra" o "cittadinanza per tutti". Altre denominazioni sono più rare, come "associazione ex-Bovétista" o "alternativa libertaria". Su una sola lista figura "Attac".

Ovviamente questi vari gruppi locali sono più o meno apparentati gli uni agli altri. Ma l'eclettismo di queste etichette, sotto molti aspetti, fa da programma politico ad una corrente eterogenea, dai limiti vaghi che in parte si confondono con la LCR. La LCR dà a tutti l'etichetta "anticapitalista", il che non significa ancora niente di preciso e non viene ripreso necessariamente da tutti al proprio conto. Sono tutti più o meno dei delusi dei partiti di sinistra che la LCR chiama "istituzionali", senza pertanto essere meno riformisti, quando non sono addirittura reazionari (come per esempio quelli che militano per la decrescita). È un patchwork di gruppi in cui ognuno con la sua denominazione esprime un messaggio, in cui ce n'è per tutti i gusti: un po' di altromondismo, un po' di ecologia, di femminismo, di solidarietà internazionale, di micro- nazionalismo. C'è anche un po' di comunismo, almeno nella denominazione di alcuni... e in quella della LCR.

La critica verbale virulenta della "sinistra istituzionale" di cui la LCR ha fatto uno degli assi della sua campagna e la parola d'ordine della sua corrente, non le ha impedito però di ritrovarsi in molti luoghi con i rappresentanti di uno o l'altro dei partiti che la compongono.

Se il nostro conto delle varie alleanze della LCR, fatto a partire dal suo sito Internet, è esatto, la LCR si è ritrovata accanto al PC in 26 liste unitarie, con i Verdi in 10 liste unitarie, con gli Chevènementisti dell'MRC in , col PRS -corrente del PS intorno a Mélenchon- in tre liste. Per quanto si sappia tutte queste correnti facevano parte sia dell'unione della sinistra che della sinistra plurale e fanno quindi parte di ciò che la LCR fa finta di respingere con disdegno come "sinistra istituzionale". Senza neanche parlare della lista unitaria dei partiti di sinistra a Saint-Quentin (dipartimento dell'Aisne) diretta effettivamente dal PS e alla quale partecipavano accanto alla LCR, il PC, LO, il PC, i Verdi, l'MRC e una formazione locale dal nome di COPO... E poiché queste liste unitarie avevano pubblicato dichiarazioni d'intenti comuni si può immaginare che l'accordo che le univa non era per niente "tecnico".

Nel bilancio della loro presenza nelle comunali, gli "alternativi" affermano sul loro sito Internet che "rispetto alle scadenze elettorali precedenti, la partecipazione a liste d'unione della sinistra è stata in diminuzione e le alleanze (sono) più numerose nell'ambito di liste senza partecipazione del partito socialista e dirette dal PCF, e ancora più spesso con la Lega Comunista Rivoluzionaria, con o senza partecipazione di collettivi antiliberali o di sinistra alternativa". In altri termini un po' meno di alleanze, se non con l'ex sinistra plurale, almeno col partito socialista, e un po' di più con la LCR.

La LCR può quindi considerare legittimamente che la sua partecipazione a queste elezioni comunali è stata coronata di successo. È riuscita a federare intorno a sé candidati di orizzonti estremamente diversi, dagli alternativi ad una moltitudine di correnti dell'area ecologista, agli altromondisti, ai delusi del PS intorno a Mélenchon o meno, così come una parte di ciò che rimane dei comitati del "no di sinistra" al referendum sulla costituzione europea del 2005.

E innanzitutto, ha incontrato un elettorato che si è riconosciuto in queste liste eclettiche, precisamente senz'altro in ragione del loro eclettismo.

La LCR e il secondo turno

Rouge del 20 marzo afferma, nel suo articolo "ritorno sui nostri risultati" che 80 liste tra quelle che erano state presentate o sostenute dalla Lega Comunista Rivoluzionaria erano nella situazione, al secondo turno, di proporre la fusione con un'altra lista. Con la sola eccezione di Le Haillan (Gironde) dove, secondo questo numero di Rouge, la LCR ha incontrato un rifiuto alla sua proposta di "accordo tecnico di fusione".

Sorvoliamo sull'espressione "accordo tecnico" destinata a dare un'apparenza di giustificazione al dietro-front della Lega Comunista Rivoluzionaria tra il primo turno in cui, teoricamente se non sempre in realtà, non si parlava nemmeno di stare nella stessa lista del PS, e il secondo turno in cui questo, non solo diventava ammissibile ma era richiesto con insistenza.

Ma almeno a giudicare da un caso come quello di Montreuil, il rifiuto di questa alleanza al secondo turno non è venuto sistematicamente dalla direzione del PC. Infatti a nostra conoscenza l'ex sindaco Brard, apparentato al partito comunista, aveva praticamente accettato tutte le condizioni poste dalla lista della Lega Comunista Rivoluzionaria per effettuare una fusione con la sua lista. L'apporto dei 6,29% ottenuti dalla LCR al primo turno, forse gli avrebbe permesso di passare davanti a Dominique Voynet al secondo turno. Eppure l'accordo non si è realizzato, principalmente perché i candidati presenti nella lista della Lega Comunista Rivoluzionaria si sono divisi e la maggioranza di loro preferiva sostenere la lista di Voynet.

Comunque, di fronte all'impossibilità di riunirsi con altre liste, le liste dirette o sostenute dalla LCR hanno scelto di rimanere in lizza al secondo turno nelle 11 città dove avevano superato i 10% necessari. Queste liste hanno fatto, tra l'altro, al secondo turno, ancora buoni risultati, qualche volta superiori a quelli del primo turno.

In quando all'atteggiamento della LCR al secondo turno in tutte le altre città, cioè la stragrande maggioranza, esso è consistito nel chiamare, se non a votare per le liste di sinistra, almeno a "battere la destra" secondo una formula ipocrita ben rodata. Ma non è stata unanimamente seguita, a giudicare dalla città di Mulhouse dove la lista si è divisa tra quelli che volevano "battere la destra" e quelli che volevano astenersi.

Una conclusione

Le elezioni comunali hanno confermato, da un lato l'esistenza di un elettorato più o meno di sinistra ma non per questo rivoluzionario, ma anche il fatto che la LCR è diventata se non la rappresentante riconosciuta di questa corrente, almeno il suo elemento federalista.

La ricerca di un obiettivo di questo genere non è cosa nuova per la LCR. È anche in qualche modo, da sempre, il suo marchio di fabbrica. La campagna del "no di sinistra" al referendum del 2005 sul progetto di costituzione europea, poi la vittoria del "no", hanno concretizzato per la LCR un vecchio sogno. Una corrente sembrava emergere. La LCR e Besancenot hanno militato per rappresentarlo. Ma non erano gli unici.

Ricordiamo la competizione che ha opposto prima delle presidenziali Olivier Besancenot, Marie-George Buffet e José Bové (senza parlare di alcuni altri di apparizione più fuggevole) per essere riconosciuti come il rappresentante di questa corrente e designato come il suo candidato unico alla presidenziale.

I negoziati al vertice per designare un candidato comune sono falliti come si sa. Olivier Besancenot, Marie-George Buffet e José Bové si sono presentati ognuno per proprio conto, ma provando tutti a parlare in nome di questa area. Marie-George Buffet appariva troppo legata al PC e non poteva che essere respinta da questa area che, a giudicare dai risultati rispettivi dei tre candidati, ha in qualche modo designato Olivier Besancenot come il suo rappresentante. Le elezioni comunali hanno confermato la presidenziale. Hanno anche dato un ancoraggio locale a quest'area.

La LCR ha ottenuto una verifica elettorale della sua politica, che consiste nel provare a raggruppare le correnti varie e contraddittorie che non si ritrovano né nella politica del PC, né in quella del PS, ma non per questo si appellano al comunismo rivoluzionario, quando non sono, come alcune delle loro componenti, apertamente anticomuniste.

la LCR conta su questa larga corrente per creare il suo nuovo partito anticapitalista. Il suo successo alle comunali tende ad incoraggiarla a persistere in questa direzione. Ma non è sicuro che questa corrente variegata che ha trovato sul piano elettorale un suo rappresentante o un suo elemento federalista nella LCR, sia perciò disposto ad organizzarsi con essa, o addirittura ad organizzarsi politicamente. Saranno i prossimi mesi e la scadenza del novembre 2008, fissata dalla LCR come la data di fondazione del nuovo partito, a dircelo.

Ricordiamo però che, per quanto ci riguarda, non siamo e non siamo mai stati in competizione con la LCR per essere i rappresentanti di quest'area, che da parte sua non ci accetterebbe certamente come tali.

La nostra scelta fondamentale, al di là delle alleanze di circostanza, è di fare militanza sul terreno di classe, rivolgendoci ai lavoratori e in particolare a quelli che sono al cuore della produzione, e a quelli più sfruttati, per costruire un partito comunista rivoluzionario che miri al rovesciamento dell'organizzazione capitalistica dell'economia, all'espropriazione del gran capitale, alla fine dello sfruttamento e all'organizzazione di un'economia basata sulla proprietà collettiva e la pianificazione.

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Secondo Informations Ouvrières, i candidati del Partito dei Lavoratori (PT) sono stati presenti in 193 liste, sia liste "presentate o sostenute dai comitati per un partito operaio indipendente" sia liste con altri partiti di sinistra.

Sembra che gran parte di queste liste siano state presentate in comuni di meno di 3500 abitanti. Informations Ouvrières dà notizia, all'uscita del secondo turno, di "65 eletti di cui 15 sindaci".

27 marzo 2008